Muccino, il mio omaggio a Scola e al tempo

Il tempo, vero protagonista de ‘Gli anni più belli’ di Gabriele Muccino, macina tutto e non solo la giovinezza. Macina i buoni propositi, gli ideali, le relazioni, (comprese quelle familiari), per far sopravvivere alla fine solo l’amicizia e la speranza di un futuro migliore. L’ultimo lavoro di Muccino, in sala in 500 copie dal 13 febbraio con 01, omaggio dichiarato e altrettanto malinconico al ‘C’eravamo tanto amati’ di Ettore Scola, racconta proprio questo, attraverso la commovente storia di un gruppo di amici, Giulio, Gemma, Paolo e Riccardo nell’arco di 40 anni (esattamente dal 1980 ad oggi). Un ‘C’eravamo tanto amati’ rivisitato, e con tanto di citazioni – tra cui quella della cena-rimpatriata dei tre amici ormai cinquantenni – che però ha al suo interno un gap generazionale: “Rispetto a quello di Scola – dice oggi a Roma Muccino – che si chiudeva con una canzone partigiana, qui c’è una generazione cresciuta all’ombra di quelle che l’hanno preceduta. O meglio una generazione senza il sostegno delle ideologie e con un forte complesso di identità schiacciata, come è stata, dalla storia che l’ha preceduta”. Tra alcuni filmati d’archivio o ricostruzioni di eventi chiave di questi ultimi quarant’anni – dalla caduta del muro di Berlino a Mani Pulite, dall’11 settembre fino alla nascita del movimento Cinque Stelle – scorrono le vicende di questi quattro personaggi. Troviamo così Gemma (Micaela Ramazzotti), una ragazza, e poi una donna piena di fragilità, rimasta orfana a 16 anni che si ritrova a dividere nel corso degli anni il suo amore tra due grandi amici come Paolo e Giulio. E questo non senza conseguenze. Poi c’è appunto Paolo (Kim Rossi Stuart), ragazzo anche troppo corretto che vive a casa con un pappagallo. Una persona lineare, ingenua, piena di autentiche speranze anche rispetto al suo ruolo di professore. Stessi ideali di Giulio (Pierfrancesco Favino), ma solo iniziali. Lui, il più povero e smart del gruppo, riscatta presto le sue origini diventando un brillante avvocato, un legale inizialmente disposto a difendere i deboli per poi diventare un pescecane capace di ogni compromesso. Infine c’è Riccardo (Claudio Santamaria) soprannominato ‘Sopravvissù’ perché sopravvissuto a un proiettile volante durante una manifestazione politica in cui si è trovato per puro caso. Anche lui come Paolo è un vero sognatore a cui però non riesce nulla ed è sempre senza soldi. Il matrimonio con Anna (Emma Marrone), da cui avrà un figlio, sarà per lui l’ennesimo fallimento.

“Il tempo è il grande motore di questo film che è ovviamente anche un omaggio a Zavattini, Risi, Scola e Fellini tutti autori con cui sono cresciuto” dice il regista. E ancora Muccino: “In qualche modo Gli anni più belli racconta che la vita va avanti e molte cose che si sono guastate nel tempo possono essere rammendate. Da qui anche il suo finale rasserenante che devo a Favino perché io ne preferivo uno più amaro”. Come già aveva fatto per ‘A casa tutti bene’, Gabriele Muccino ha affidato la colonna sonora a Nicola Piovani, mentre il titolo del film è lo stesso di un brano inedito di Claudio Baglioni presente nel nuovo album del cantautore. Nel cast del film, costato 8 milioni e già venduto in Francia, anche Nicoletta Romanoff, Francesco Centorame, Andrea Pittorino, Paola Sotgiu, Francesco Acquaroli e Elisa Visari.

Francesco Gallo, ANSA

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