TV E RADIO RIPRENDONO LA CORSA

I canali gratuiti su dell’1,4%, quelli pay giù dell’1,5%

DONNA GUARDA LA TELEVISIONE, TELECOMANDO, TELEVISOREIn Italia il settore della televisione ha ripreso a crescere, seguendo un trend iniziato nel 2015 e confermato nel 2016. A trainare l’andamento positivo dopo anni di contrazione (+1,1% guardando ai principali operatori) è la tv gratuita secondo quanto emerge nel Focus 2011-2016 su tv e radio dell’ufficio Ricerca&Studi di Mediobanca. Infatti, l’anno scorso rispetto al 2014, i ricavi complessivi del comparto televisivo sono stati pari a 8,5 miliardi di euro, su dello 0,8%. Dato complessivo che, però, comprende 0,7 miliardi della radio, in crescita del 9,5%. In particolare, sul piccolo schermo i canali tv gratuiti valgono 4,5 miliardi, al rialzo dell’1,4%, mentre quelli a pagamento muovono un giro d’affari di 3,3 miliardi, in calo dell’1,5%. In tutto i canali on air in Italia sono più di 250, tra formula free e pay. Nello studio che comprende anche Sky Italia e il network La7, si conferma la concentrazione del settore in mano ai primi tre broadcaster (Rai, Mediaset e Sky Italia), che rappresentano infatti il 90% del fatturato totale. Confermata anche l’incidenza dell’intero comparto sul Pil: 0,5% come nel 2014.
Se anche in Europa il business tv aumenta di una percentuale simile (+0,9%, per 97,7 miliardi di euro nel 2015), a cambiare è il mercato, coinvolto in un processo di consolidamento con l’arrivo in aggiunta di nuovi operatori. E in Italia, oltre a Mediaset impegnata nella battaglia contro i francesi di Vivendi, c’è anche la Rai alle prese con la nuova riscossione antievasione del canone tramite bolletta elettrica. A giudizio di Mediobanca, il nuovo canone non porterà nessun beneficio per i conti Rai. Quest’anno, infatti, arriveranno in Viale Mazzini 1,7 miliardi di euro ma nel 2015 il dato (pre riforma della riscossione del canone) superava già quota 1,6 miliardi di euro.
Quello pubblicitario è un altro punto in chiaro-scuro, secondo Mediobanca, visto che è vero che nel 2015 la raccolta ha svoltato in terreno positivo (+2,4%) per i cinque operatori principali ma da recuperare resta sempre il -25% perso negli ultimi cinque anni. In particolare, la flessione delle inserzioni ha pesato più della riduzione del canone Rai riscosso in passato (-3,1%) e di quella dei servizi a pagamenti (-1,9%), tra abbonamenti e video on demand. A proposito di pubblicità, Mediaset si colloca al primo posto con il 57,6% del mercato, la Rai al 20,6%. Quote e relativi costi degli spazi pubblicitari al centro di una querelle Mediaset-Rai sempre attuale, su un presunto dumping (o eccesso di ribassi) sostenuto dalla tv pubblica (vedere ItaliaOggi del 1/2/2017).
Da tenere presente, a livello di sistema, che la redditività registra una ripresa (+0,9% a livello di margine operativo netto), se confrontata con il +0,3% del 2014, ma decrescente se il termine di confronto si sposta al 2011 (+1,3%).
Sul fronte degli ascolti è più chiara la fotografia scattata da Mediobanca: la Rai attira il 37,2% degli ascolti nel giorno medio, Mediaset il 32,2%. Tradotto: circa il 69% dei telespettatori (era il 76% nel 2011) ha visto programmi dei due broadcaster. A Sky va poi un 6,7% degli ascolti, a Discovery il 6,3% e a La7 il 3,6%. Distinguendo infine tra tv gratuita (preponderante con il 58% del mercato tricolore) e quella a pagamento, il primo posto è occupato dalla tv pubblica (48,3%), seguita da Mediaset (35%), Discovery (3,7%), Cairo (2,6%) e Sky (0,9%). Per la tv a pagamento, Sky è sul gradino più alto del podio (75,8%) mentre Mediaset Premium è al 19,4%.

di Marco A. Capisani, Italia Oggi

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