Arisa: “Mi dicevano che ero matta, ma i veri matti sono quelli che mi giudicano”

Arisa è la vincitrice dell’ultima edizione di Ballando con le stelle, dove ha trionfato assieme al ballerino Vito Coppola, con cui si è scatenato anche il Gossip. Ma contemporaneamente alla partecipazione alla trasmissione di Rai1, la cantante ha pubblicato anche il nuovo album interamente autoprodotto “Ero romantica” – da cui sono stati tratti singoli come Altalene, Psycho, Ortica e la sanremese Potevi fare di più -, di cui il pubblico ha potuto ascoltare alcune canzoni usate come colonna sonora di molti balli. Un album in cui Arisa unisce le sue anime, da quella più spregiudicata a quella più romantica che si rispecchiano anche nelle sonorità del lavoro che parte con suoni dance, berlinesi e finisce con ballad con cui abbiamo imparato ad apprezzare quella che è uan delle artiste italiane che negli ultimi anni ha ottenuto più soddisfazioni: dalle vittorie a Sanremo alla presentazione, passando per programmi come Amici e Ballando con le stelle, a dimostrazione di una capacità di muoversi su diversi piani. A Fanpage.it Arisa ha raccontato di come questa esperienza l’abbia aiutata ancora di più nel rapporto col proprio corpo, delle difficoltà vissute quando era piccola e di quelle che ha vissuto ultimamente con chi non la capiva dandole della matta.

Guarda io sono veramente contenta di come è andata perché non me l’aspettavo. Al di là del risultato finale non mi aspettavo di riuscire a mantenere la costanza degli allenamenti, ogni sabato, è una roba che man mano ti cresce dentro e ti accresce il livello di adrenalina che non pensavi neanche di poter maturare. Soprattutto per una come me che pensa di essere “anziana”, è una cosa che mi ha dato tantissimo.

Stiamo imparando che praticamente qualsiasi cosa fai la vinci… Quanta fatica fai per portare a casa tutti questi risultati?

Secondo me è la passione che ti guida, il fatto di appassionarti alle cose, valutare ogni esperienza come un arricchimento e non perdere tempo e l’occasione di poter imparare qualcosa all’interno di quel contesto. Sono stata un po’ stupida quand’ero ragazzina perché c’erano materie che mi piacevano e che portavo avanti con uno schiocco di dita e altre che non capivo e nelle quali non mi sono mai applicata più di tanto e adesso penso: ‘Chissà se avessi maturato un’intelligenza matematica come ragionerei adesso’, quindi ho imparato dai miei errori che la vita ti dà sempre nuove occasioni per avere le spalle più larghe e magari anche il fatto di imparare tante cose fa sì che tu possa essere una persona più preziosa anche per gli altri.

L’esperienza, quindi, ci dice che continuerai a ballare, no?

Ora festeggio queste feste, poi ritorno a Milano dove dovrò trovarmi un insegnante, una scuola, perché ho capito che mi fa tanto bene e mi diverte tantissimo e che è una cosa che non mi riesce così difficile. Sai, in palestra con gli squat, tutte quelle ripetizioni, non ci vado manco se mi pagano, però una cosa che unisce la musica, che è il mio grande amore, con il movimento fisico mi piace.

E con Ballando ed Ero Romantica si rinnova questo tuo amore per Napoli, da Vito alla canzone scritta da Gigi D’Alessio fino a Ortica in cui ti confronti proprio con la lingua…

Napoli è veramente una casa meravigliosa, che accoglie tutti. È speciale, pensando a Napoli mi commuovo sempre, è una città che mi dà un senso di eternità, di casa, cultura, anche tristezza per certe cose, allegria per altre. Mi ha dato tanto in questi anni, nei vari giri che ho fatto è stata una delle mete che mi hanno dato più casa di altre.

“Ero romantica” è una bella svolta, anche musicale oltre che di affermazione di femminilità, come nasce?

Nasce dalla volontà di descrivermi in una maniera completa, chiedendomi, quindi, ‘Chi sono io, oggi?’. Ho 39 anni, mi guardo allo specchio e dico: ‘Che cosa sono?’ e mi rispondo che sono tante cose. Quindi quest’album di cosa deve parlare per rispecchiare veramente chi sono? Di tante cose, per questo c’è una parte che riguarda la mia femminilità più intima e anche più spregiudicata, racconta degli amori che ho avuto, amori non tanto aderenti a quello che si vuole che l’amore sia. Poi c’è una parte più romantica, che è più accogliente, materna, più saggia. Una non esclude l’altra, nonostante le sonorità siano apparentemente differenti tra loro hanno un filo conduttore che riesce a raccontare una storia così da darti un quadro abbastanza nitido di chi sta cantando.

Leggevo, in un’intervista al Corriere, di come, quando eri piccola, tutti si prendessero la libertà di parlare del tuo corpo, cosa che avviene spesso per le donne. Ballare è stato anche un modo per riappropriarsene?

La cosa che ho raccontato è che ho fatto lo sviluppo molto piccola, i miei genitori l’hanno presa un po’ male, io non sapevo cosa fosse, perché nessuno aveva pensato di spiegarmi questa cosa a quell’età. Ho visto il mio corpo cambiare in pochissimo tempo e se da una parte c’erano i miei genitori che cercavano di proteggermi in ogni modo, dall’altra parte questa cosa era molto attraente per il mondo fuori. Penso sia una cosa che purtroppo succede a tante ragazzine, ho iniziato a vergognarmi del mio corpo, e per questo mi sono sempre molto coperta. Anche oggi, che ho un rapporto bello col mio corpo ma sempre in evoluzione, mantengo comunque le mie riserve. Però non ho più tempo, e non perché mi reputi vecchia – anzi, a 40 comincia una nuova stagione e questa occasione della mia vita, questo treno, non voglio perderlo – ma perché ho già perso quello prima, permettendo agli altri di decidere quello che dovevo essere e come dovevo essere e di cosa dovevo vergognarmi. Oggi mi voglio concedere semplicemente la vita.

E cos’è la vita, adesso?

Vivere i rapporti senza paura, non pensare sempre di non essere all’altezza, sentirmi sbagliata, vivere con spontaneità delle cose anche accettando che non si possa piacere a tutti, per esempio. Se non piaci a qualcuno non vuol dire che sei sbagliato tu. Tante piccole cose che avrei dovuto acquisire nell’adolescenza e che purtroppo mi tocca mettere in pratica adesso.

In più in quanto personaggio pubblico sei sempre esposta allo sguardo e al giudizio. Ballando è stato un po’ anche un modo per affrontare quello che mi raccontavi?

L’esperienza del ballo, a Ballando, sarà storica per la mia vita, perché i ballerini hanno un rapporto col proprio corpo che è molto diverso dalle persone normali: ci si tocca, ci si stringe, si provano grandi emozioni, quindi si toglie questa morbosità del tipo di contatto che si ha ed è bello, perché è arte, musica, è quello che dovrebbe essere, mentre i sentimenti sono un’altra cosa, sono quella magia che accade, ma per i corpi è differente. Prima avevo paura che mi toccassero troppo, invece Ballando mi ha dato la possibilità di abbracciare con più spontaneità, di appiccicarmi alle persone senza pensare che sto sbagliando.

Senti, a proposito di corpi e sensualità, ma i tuoi cosa dicono ascoltando un album come “Ero romantica”?

Mio padre è contentissimo, mia madre canta “Sono Maddalena” e mi manda i video (ci mostra i video della mamma che canta, ndr), è felice per questo disco. I miei genitori sono persone molto felici per la fioritura delle piante. Nonostante siano persone semplici, che sono nate e cresciute in Basilicata, sono felici di vederci felici, quindi accettano le varie chiavi di lettura e si impegnano sempre a trovarne di nuove per accettarci.

C’è ancora qualcuno che ti giudica Psycho? E cosa significa precisamente Psycho?

È quando la gente ti dice che sei matta, che sei pazza, ma non si rendono conto che dando sempre questi giudizi sono loro quelli che non vanno bene. Io vivo la mia vita, ho i miei drammi che mi risolvo da sola e non mi interessa della vita degli altri, a meno che non possa essergli utile. Non mi frega nulla di giudicare gli altri e l’errore sta in chi giudica non in chi vive la vita, anche perché si può essere veramente se stessi nel momento in cui non si fa del male a nessuno. Penso che a volte sono risultata psycho proprio per questo, perché sono andata contro le regole pur di non farmi violenza e questa cosa non è andata bene.

Ti sei confrontata e ti stai confrontando ancora una volta col gossip, ma l’impressione è che nella storia con Vito siate stati voi padroni del gioco, o sbaglio?

Io ho dei bellissimi sentimenti nei suoi confronti, inediti rispetto a quello che ho vissuto prima, ma non so bene cosa sia. Penso che anche lui scoprirà col tempo di che natura sono i nostri sentimenti. Dobbiamo per forza dargli un nome? Siamo così, ci vogliamo bene, ci proteggiamo a vicenda, cercando di non affrettare le cose. Però io sento che lui è molto uguale a me, per esempio lo capisco anche quando dice che una cosa non è vera, ma io so che è vera: lo comprendo, lo capisco e… lo perdono? Lui perdona me? Ci perdoniamo tante cose.

2021 pieno, per questo 2022 che ti aspetti? 

Mi aspetto di lavorare, di essere artisticamente soddisfatta, di esplorare nuovi orizzonti, di essere stimolata dalle opportunità e di stare bene con il cuore, cominciare ad avere una condizione personale serena, appagante, di sentire la mia casa come mia casa, di vivere con delle persone in casa mia, di avere un nucleo familiare.

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