U2, nel 2023 niente tour: Larry Mullen Jr. deve operarsi per poter continuare a suonare

Il batterista avrebbe spiegato la sua impossibilità a esibirsi live a margine di un’intervista per il premio alla carriera conferito alla band dal Kennedy Center Honor

Per gli U2 rischia di essere un 2023 fermi ai blocchi di partenza.

Anche se pare che la band abbia in cantiere non uno ma addirittura due album, mettersi in tour potrebbe essere un problema. Il batterista Larry Mullen Jr. avrebbe infatti spiegato che il prossimo anno non potrà esibirsi dal vivo perché si dovrà sottoporre a un intervento chirurgico, necessario per poter continuare a suonare. Non ha chiarito di che tipo di intervento si tratti ma alcune fonti parlano di un intervento al gomito.

Gli U2 hanno superato ormai i 40 anni di carriera e sin dall’inizio la formazione è stata la stessa: Bono, The Edge, Adam Clayton e Larry Mullen Jr. Solo una volta sono saliti sul palco sostituendo uno del quartetto (le esibizioni acustiche solo di Bono e The Edge ovviamente non contano), nel 1993 quando Adam Clayton, dovette rinunciare a uno show in Australia per problemi legati all’alcol, venendo sostituito dal suo tecnico del suono.

Sarebbe stato lo stesso Larry Mullen Jr. a rendere nota la cosa a margine di un’intervista fiume rilasciata dalla band al “Washington Post” in occasione del premio alla carriera assegnatole dal Kennedy Center Honor. Il condizionale è d’obbligo perché nell’articolo non ci sono virgolettati in proposito ma le parole del batterista vengono riportate dall’autore. Se effettivamente così fosse il problema vero potrebbe sorgere per un previsto concerto del gruppo a Las Vegas, per l’inaugurazione dell’MSG Sphere Arena a fine settembre. Ma un conto è un tour impegnativo, un altro una singola data per giunta sul finire dell’anno: i dieci mesi da qui allo show potrebbero anche essere sufficienti per un recupero. Nel frattempo comunque resta da capire se gli album di cui si è parlato negli ultimi tempi, “Songs of Ascent” e “Surrender” (quest’ultimo contenente 40 brani storici in versione acustica), vedranno la luce. 

Gli U2, una benevola dittatura

In realtà i problemi più grossi potrebbero annidarsi in un’altra dichiarazione di Mullen, questa sì virgolettata, anche se solo in parte. Il batterista infatti, sempre parlando al “Washington Post”, avrebbe fatto capire che le dinamiche decisionali all’interno della band cominciano a essere un po’ stringenti, e se negli anni 80 tutto veniva deciso di comune accordo, una volta arrivato il grande successo il processo decisionale si sarebbe ristretto arrivando a essere una sorta di “benevola dittatura”. “Fai questo lavoro solo se ti diverti – ha detto Larry Mullen – e non tutti sono in grado di farcela perché il prezzo è molto alto. Credo che la sfida sia cercare di essere più generosi. Più apertura nel processo. Io sono autonomo e do molto valore alla mia autonomia. Non canto lo stesso inno e non prego la stessa versione di Dio. Ognuno ha i suoi limiti. E lo si fa solo se ci si diverte molto”. Il punto è questo: Larry Mullen Jr. si diverte ancora con gli U2?

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