STRANGER THINGS: LA SECONDA STAGIONE SI FARÀ

Dopo avere incassato il plauso del pubblico e della critica, Netflix rinnova Stranger Things, la serie ideata dai fratelli Duffer e interpretata da Winona Rider

Stranger-Things -winona ryderChe il rinnovo fosse nell’aria lo si era capito già mesi fa, quando Stranger Things cominciò a stregare migliaia di fan fra luci di Natale, Sottosopra e poteri soprannaturali. Dopo gli appelli del pubblico e della critica, finalmente è arrivata la conferma di Netflix: la serie è stata rinnovata per una seconda stagione. L’annuncio è stato dato via Twitter con un trailer inconfondibile. I titoli di testa della serie annunciano, nell’ordine: il ritorno di un bambino alla vita (Will Byers, scomparso nella pilota della prima stagione), un campo di zucche, un palazzo, una tempesta, un girino, una cabina segreta, un cervello e un fratello scomparso. Chiari indizi di quello che potrebbe essere il futuro plot della serie, naturalmente ambietato «nell’autunno del 1984», un anno dopo gli eventi della prima stagione.
Stranger Things 2 vedrà dunque la luce nel 2017, in quella che è stata definita dai fratelli Duffer un’avventura straordinaria, chiaramente ispirata all’universo di Harry Potter e, dulcis in fundo, a quello di Indiana Jones. «Prenderà gran parte delle sue influenze dal cinema del 1984 – confidavano a IGN i Duffer ancor prima della riconferma – perché quel periodo è stato semplicemente grandioso, specialmente per quanto riguarda i lungometraggi usciti nel periodo estivo».
Il riferimento è a Indiana Jones e il tempio maledetto, secondo capitolo della saga dedicata all’archeologo spielberghiano e ancora vivo e palpitante nella mente dei creatori della serie. «Amo davvero molto Il tempio maledetto, mi piace che diventi un po’ più dark e un po’ più folle del primo film, I predatori dell’arca perduta», ha dichiarato Matt. Intanto le intenzioni sembrano chiare: virare in tutt’altra direzione rispetto alla prima stagione e sorprendere con un finale da urlo, che i Duffer hanno già in mente. Ma che non ci riveleranno prima del 2017.

Mario Manca, Vanity Fair

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