MASINI IL “SAGGIO” DELLA CANZONE MELODICA: “OGGI NON CANTEREI PIÙ IL MIO VAFFA…”

Il nuovo disco offre colorazioni elettroniche e maggiore consapevolezza

rai logoPiù che la barba folta, sono le parole a dare la dimensione esatta di un Marco Masini fattosi più saggio.
Che non significa certo più vecchio, né assopito: anche perché basterebbe un veloce ascolto del suo ultimo album Spostato di un secondo (Sony music), atteso nei negozi dal 10 febbraio, per capire che il cantautore – o «cantautore melodista», come ci tiene a precisare lui – non vive di nostalgie o di inerzie artistiche. Si guarda intorno e, soprattutto, ascolta intorno. «Gli artisti che preferisco di questi tempi? Coldplay senza dubbio, ma anche Bruno Mars e, da molto tempo, Red Hot Chili Peppers». Chi l’avrebbe detto. Così, tra i dodici brani contenuti nel disco prodotto da Diego Calvetti affiorano evidenti colorazioni elettroniche e, per una volta, non si sente la necessaria e dolce dittatura dell’accordo in minore, quello che fa da leva a tante concessioni sentimentalistiche della musica italiana. Non a caso Masini stesso, come figli prediletti della sua tracklist, segnala il brano che dà il titolo all’album – composto con Zibba («con lui amore a prima vista: per una volta sono partito dal testo, che dà la rotta al tema centrale del disco, il tempo») e in gara all’imminente Festival di Sanremo – e, subito dopo, Nel tempo in cui sono tenuto a restare, brano dalle spalle ritmicamente larghe, qualcosa che ben si accomoda tra le pareti di una discoteca. «L’elettronica va usata bene spiega l’artista fiorentino Quando ho esordito, negli anni ’80, il pop straniero era colmo di elettronica, penso a nomi come Human League o A-ha, che apprezzavo molto. Oggi, com’è naturale, l’elettronica è più consapevole. Tra l’altro, dà una grossa mano a quei giovani che magari hanno idee ma non ancora una solida abilità strumentale». Altro che vecchio, dunque, il Masini, nonostante da over 50 patentato veda tutto con «pacatezza e nessuna rabbia perché spiega oggi il mio Vaffanculo non lo direi più. Ora siamo affollati di vaffanculo inutili: viviamo in un’epoca, soprattutto politica, di troppo lamento e poche soluzioni. È un brutto momento storico, ma in me non c’è disperazione: a cinquant’anni ti fai più analitico, cerchi la calma. Ad esempio, il terrorismo dell’Isis è più incontrollabile di quello delle Bierre, ma se il mondo ci crea disagio bisogna evitare di sentirsi vittime e cercare chi dice la verità. Gli incantatori, invece, fingono di averla, ma portano solo caos». Il ritorno a Sanremo è «come un calcio di rigore concessomi: lo devo solo tirare. Sanremo è il colpo di pistola allo start, un’occasione unica per partire con emozione». Dopo l’uscita di Spostato di un secondo, il giorno di San Valentino prenderà il via l’instore tour di presentazione dell’album (prima tappa a La Feltrinelli della sua Firenze, il 15 a Mondadori Megastore di via Margherfa a Milano). Dal 30 aprile, invece, il vero e proprio tour: il 5 maggio Marco Masini sarà all’Auditorium Parco della Musica a Roma, il 7 maggio al Linear4Ciak di Milano.

il Giornale

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