Marilyn Monroe, Charles Darwin, Ernest Hemingway. Le ‘liste’ di propositi dei personaggi famosi
1 Gennaio 2019
Le liste ci danno l’illusione di avere il polso della situazione e, secondo Umberto Eco, ci aiutano addirittura a superare la paura della morte. “Le liste sono all’origine della cultura. Sono parte integrante della storia dell’arte e della letteratura. Qual’è l’obiettivo della cultura? Rendere l’infinito comprensibile… E come facciamo, in qualità di umani, ad affrontare l’infinito? Come si può tentare di comprendere l’incomprensibile? Attraverso le liste”. Sono tanti i grandi cervelli del passato che sono ricorsi alle liste per fare ordine mentale. Da quelle più meticolose di Benjamin Franklin che tentava di far convivere obiettivi spesso opposti o impossibili- ad esempio la promessa fatta agli amici di passare la serata insieme con la regola “Vai fino in fondo al lavoro senza interromperti”. Alla lista più mondana del cantante statunitense Woody Gurthrie: “Lavati i denti. Cambia i calzini. Scrivi una canzone al giorno. Ama la mamma”. Al monito per la vecchiaia di Jonhatan Swift intitolato: “Quando sarò vecchio, 1699”. A quella decisamente più intima di Marilyn Monroe che, nel 1955, all’età di 29 anni, scriveva nella sua rubrica in pelle, alla lettera ‘y’: “y- devo fare un grande sforzo per lavorare sui problemi e paure attuali che vengono dal passato- devo mettere molto, molto, molto, molto più, più, più, più sforzo nella analisi di me stessa. Ed essere sempre in orario- non ci sono scuse per essere in ritardo”. Fino al modello ‘salvo una volta alla settimana’ di Susan Sontag: “Mi sveglierò ogni mattina non più tardi delle otto (Posso fare un’eccezione una volta a settimana). Starò a pranzo solo con Roger [Straus]. (‘No, non vado fuori a pranzo’. Posso fare un’eccezione una volta ogni due settimane)”. Cercherò di leggere solo la sera (leggo troppo- come diversivo dalla scrittura).
Ma anche John Lennon, Jonathan Swift, Mark Twain, Picasso, Thomas Jefferson, Charles Darwin, Ernest Hemingway e Thomas Edison amavano tenere appunti sul da farsi. Fino a poco tempo fa si pensava che uno dei motivi fosse il cosiddetto effetto Zeigarnik per cui ciò che non è stato completato è più facilmente memorabile, rimanendo nell’ inconscio e spuntando a galla periodicamente finché non lo abbiamo terminato. Studi più recenti hanno dimostrato che, in realtà, l’inconscio in questo modo ‘chiede’ alla parte cosciente di “fare un piano d’azione”, proprio quello che sono le liste. In vista di compilare le nostre per il nuovo anno, ecco le liste di propositi di alcuni grandi personaggi della storia.
Antonia Laterza, Huffington Post
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