SULLA CULTURA È GIÀ BATTAGLIA: PARTITO IL BANDO PER IL CINEMA

Barbera non sarà più direttore, può essere ripescato come consulente

CinemaChe le elezioni amministrative sarebbero state il vento forte del cambiamento questo era assodato, soprattutto sotto il profilo della cultura. Ma che il cambiamento sarebbe stato così veloce, questo non se lo aspettava nessuno. E nel giorno in cui verrà svelata la nomina dell’assessore scelto dalla sindaca Appendino su uno dei settori strategici per la città, il Museo del Cinema si prepara alla rivoluzione al vertice. L’ente della Mole cerca un direttore. Alberto Barbera tra quattro mesi non lo sarà più. Il Museo ha lanciato ieri un bando pubblico, scadenza il 2 settembre, per selezionare un manager che si occupi della gestione operativa e finanziaria della struttura, e vada anche e soprattutto a caccia di fondi. Barbera, comunque vada, lascerà l’incarico di direttore il 30 ottobre. Ma la Regione e il Comune, insieme al Comitato di Gestione del Museo guidato dal presidente Paolo Damilano, avevano già intenzione da dicembre di sostituire il numero uno con un bando. L’idea che hanno in mente è di applicare in via Montebello la ricetta adottata per il Teatro Stabile: doppia direzione. Tanto per capirsi, un Filippo Fonsatti del Cinema che regga la macchina, un Mario Martone, che dia la linea culturale. Ma nonostante i propositi annunciati mesi fa, alle fine il bando non è mai partito.
ELEZIONI SPARTIACQUE
La vittoria di Appendino, ora, toglie il velo su tanti tabù e rappresenta lo spartiacque per una nuova gestione della cultura. A spiegarlo è la stessa assessora regionale, Antonella Parigi: «Si è deciso di aspettare la conclusione delle elezioni, ora siamo pronti». Parigi Aggiunge: «Non chiamatelo spoil system, non c’è nessun cambio di rotta. La direzione è sempre stata quella di nominare un direttore gestionale con gara pubblica. Poi, anche con la nuova sindaca Appendino, penseremo se è opportuno, come noi crediamo, avere anche un direttore artistico, che sarà comunque un consulente del Museo e non un dipendente».
I grillini sull’operazione dovranno dare l’ok, e non è una cosa scontata. Il direttore artistico è previsto che riceva un compenso. Ma proprio la moltiplicazione degli stipendi era già stata sollevata dalla stessa Appendino quando era consigliera comunale. Il 20 aprile ha rincarato la dose in Parlamento il senatore Airola, che ha denunciato «la mancanza di trasparenza al Museo» e ha citato «la “manovrina” di 21 aumenti di livello e stipendio il 28 dicembre 2015 fatta da Barbera, tre giorni prima della sua scadenza, che comporta per il museo un aumento di 70 mila euro di costi fissi l’anno». Affermazioni mai smentite dal museo o dall’interessato.
LA CONSULENZA UTILE
Chiunque vincerà il bando, non è escluso che il direttore uscente posa diventare il consulente artistico, come auspicano Parigi e Damilano. «Ho grande stima di Alberto – afferma il presidente del Museo -, da sempre è stato un valore aggiunto per il nostro sistema cinema». Barbera, raggiunto al telefono a Los Angeles per lavoro, non fa dichiarazioni, ma si limita a dire «non lascio».
L’INVITO DELL’EGIZIO
E se oggi Torino scoprirà chi è l’assessore alla Cultura, ieri anche al Museo Egizio si facevano gli auguri per l’insediamento della nuova sindaca: «Non ci siamo ancora sentite – ha affermato la presidente Christillin -, il Museo Egizio è qua, quando Appendino riterrà di volermi incontrare siamo ben lieti di vederla». Il suo auspicio è soprattutto uno: «Che la visione sulla cultura della neosindaca sia una visione illuminata, su quello di buono che è stato fatto a Torino, perché abbiamo delle eccellenze straordinarie da difendere».

La Stampa, Torino, Letizia Tortello

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