Mi dispiace, ma non riesco a raccontarvi il funerale di Frizzi

(Tiziano Rapanà) Cosa si può scrivere sul funerale di Frizzi? Non riesco a trovare delle parole adeguate sul triste evento, trasmesso da Rai1. Vorrei rendicontare i miei sentimenti di telespettatore, ma mi è difficile. Posso solo dire che è strano. Vedere la bara di Frizzi, la commozione di Milly Carlucci, il dolore composto del fratello Fabio – per me, l’idolo che ha composto il meglio dell’horror di Lucio Fulci: è tutto molto strano. Non mi capacito, non riesco a focalizzare bene l’accaduto. L’idea di Frizzi defunto, mi pare fuori dalla realtà. Possibile? Ve l’ho già scritto, qualche giorno fa, non ero un suo fan ma mi era simpatico. Anzi, no: per un periodo, sono stato un suo ammiratore. Da piccino adoravo la sua fiction, la sua unica prova d’attore in tv, Non lasciamoci più. La seguivo tutti i giorni, nelle repliche estive, e guai a perdere una sola puntata. È passata una vita dall’attesa di quella fiction. C’era un’altra tv e soprattutto c’ero io bambino. E non è l’unico ricordo che mi sovviene in mente: le varie edizioni di Miss Italia, che preannunciavano il triste ritorno sui banchi di scuola, Per tutta la vita, con Romina Power, le tante maratone di Telethon… c’è tanto da raccontare: quasi un’esistenza intera vissuta a guardare, apprezzare e negli ultimi tempi incrociare, sbadatamente, il volto rassicurante di Frizzi in tv. Un volto che mi appare lontano dall’idea della morte, dalla celebrazione delle esequie, e più in generale dall’idea del dolore.

tizianodecoder2@gmail.com

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