LUCIANO RISPOLI, COM’ERA BELLA LA TV DEL POMERIGGIO SENZA SCANDALI E DELITTI

La morte del conduttore riaccende la nostalgia per una tv garbata fatta di sorrisi sinceri e giochi sulla lingua italiana, senza inviati fissi ad Avetrana

luciano-rispoliNon serve un grande sforzo per immaginare cosa potesse pensare negli ultimi tempi Luciano Rispoli accendendo la tv: a qualunque ora, ma soprattutto in quei pomeriggi che in anni lontani ma nemmeno troppo lo videro padrone di casa con Tappeto (volante) a vista, chiacchiere come dicono tutti “garbate” e sorrisi spesso addirittura sinceri da parte degli ospiti. Così come diventa lunare il ricordo di un programma giustamente entrato nella leggenda tv, una cosa di cui ci si racconta ormai nelle notti di luna come qualcosa di incredibile a farsi e dirsi in tv, ovvero il Parola Mia: la lingua italiana in bella mostra, raccontata e giocata con piacere e puntiglio, e addirittura nel pre-serale di Raiuno. Ma era sul finire degli anni 80, come a dire il Mesozoico e peraltro a tarda sera poi andava Arbore con Indietro Tutta – e ognuno i paragoni con la sbobba attuale li può fare da solo, se c’era e ricorda. Parola Mia, peraltro, venne ripreso con blando tentativo nel 2002: purtroppo là fuori c’era il mondo che iniziava a chiedersi perché non si potesse invece scrivere “perké”, risparmiando ben una lettera dell’alfabeto e guadagnando così secondi preziosi da spendere in altre fesserie. Zio Luciano è però soprattutto quello del Tappeto Volante come talk sostenibile, prolungabile nel tempo infinito e che poi invece finisce: semplicemente perché si decide che il pomeriggio tv dev’essere hot e nessuno ci prova più, ma nemmeno a fare un tentativo, hai visto mai che poi piace alla gente e poi che ci facciamo con gli inviati fissi di pomeriggio ad Avetrana.
Comunque, bando ai nostalgismi, chi rilegge la biografia di Rispoli può cogliere eccome echi di tutt’altro tipo, per esempio quello che si intuisce come un magnifico attivismo di tempi pionieri di radio e tv da cui saltano fuori idee come Bandiera Gialla o la Corrida: e ne ricorda il modo amaro e combattivo quando, a cose finite, Rispoli sapeva raccontare, rimpiangere, chiedersi il perché di tempi nuovi siffatti. Sempre con garbo, ci mancherebbe, ma quanta rabbia e combattività ci leggevi dietro.

Repubblica

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