PAU DONÈS, IL LEADER DEI JARABE DE PALO: «HO IL CANCRO MA CI PENSO 5 MINUTI AL GIORNO: IO VOGLIO VIVERE»

«La vita è urgente». Parole intense. A tratti dure. Soprattutto se a pronunciarle è Pau Donès. Cinquant’anni, un lotta sfrenata contro il cancro e la voglia terribile di vivere. Il cantante dei Jarabe de Palo lo incontriamo a Milano. Sorridente, con un fisico che porta i segni di una sofferenza, ma con gli occhi accesi di chi comunque ce la vuole fare. Un disco doppio. Un libro. Un tour. Tre declinazioni di un unico progetto. “50 Paulos”. Perché di cose da festeggiare ce ne è: due compleanni, i suoi primi cinquant’anni e i venti anni di carriera. Ma soprattutto il suo ritornare a suonare.
Doppio album con 21 pezzi storici anticipato dal singolo Fumo (feat. Kekko Silvestre), che poi è anche l’unico inedito. «Questa canzone è un regalo. Un pezzo così non poteva aspettare di essere inserito in un nuovo album». Lui che in questo momento di canzoni non ne sta scrivendo e che conta di riprendere a chiusura di tour. Brani vestiti per l’occasione e «suonati allo stato più puro, come erano stati concepiti. Con qualche tocco in più». Pezzi tutti arrangiati per piano e voce, con l’aggiunta di archi, contrabbasso, percussioni e sintetizzatore in stile anni ’80.
Nel disco, Pau invita alcuni dei suoi “amici” italiani: Lorenzo Jovanotti, Noemi e Francesco Renga, oltre a Kekko dei Modà.
E poi c’è il libro. «Ho approfittato dell’opportunità che mi hanno dato. Scrivere è una delle tre cose che si dovrebbero fare nella vita. E le altre due, (fare una figlia e piantare un albero) le avevo già fatte». Cinquanta brevi capitoli che riassumono la sua autobiografia scritta di getto, che abbracciano vari momenti della sua vita. Dai più belli a quelli più tristi. «Non so se ho fatto bene. E non mi importa saperlo. Il mio unico scopo è intrattenere e raccontare. Leggendolo, puoi capire meglio cosa c’è nella mia testa. La difficoltà vera è stata quando non sapevo cosa scrivere».
Riparte pure con i live. Dopo l’interruzione forzata del 2015, i Jarabe riprendono da Barcellona con “50 Palos”, il tour nei teatri di tutto il mondo con un ensemble di quattro strumenti (piano, violoncello, contrabbasso e voce). Qualche data italiana, invece, per “20 ANOS”. Il 20 luglio a Roma (Auditorium Parco della Musica) per celebrare i 20 anni di carriera. Sul palco ci sarà una band elettrica.
Alla domanda su come vede il suo futuro, risponde. Senza esitazione. «Il futuro? Non esiste. So che voglio essere vivo e che non penso alla morte. La vera morte è qui (e indica il cancro al colon, ndr) e me la porto addosso. Non voglio perdere tempo in cose inutili o facendo ciò che non sono. Soltanto la vita è urgente». Tutto il resto, può aspettare.

Il Messaggero

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