È morto Toni Bertorelli, mafioso e cardinale della fiction tv

L’attore aveva 67 anni. Fra gli ultimi ruoli, quello del cardinale Caltanissetta in ‘The young pope’ di Paolo Sorrentino

È morto Toni Bertorelli. L’attore, celebre per i suoi ruoli da caratterista al cinema e in tv, aveva 67 anni. Ne ha dato notizia la moglie Barbara. Era stato ricoverato all’inizio di maggio. Bertorelli era nato a Barge, nel cuneese, il 18 marzo del 1948. Due mesi fa a Repubblica aveva parlato della sua esperienza drammatica con l’alcolismo e della rinascita, raccontata nel libro Voglio vivere senza di te. Fra i ruoli più recenti, quello del cardinale Caltanissetta in The young pope di Paolo Sorrentino.
Tantissimi i ruoli al cinema, lunga anche la lista delle fiction e dei film tv ai quali aveva partecipato ma gli inizi di Bertorelli sono a teatro, giovanissimo. Le compagnie d’avanguardia alla fine degli anni Sessanta, la collaborazione con Carlo Cecchi, le opere del repertorio classico e contemporaneo, il Premio Ubu alla fine degli anni Novanta come migliore attore non protagonista per l’interpretazione in Il tartufo di Molière diretto da Armando Pugliese. Poco prima aveva esordito come regista con Les femmes savantes – ancora Molière – con Valeria Ciangottini, poi ci saranno Un pezzo di monologo e Passi di Samuel Beckett e, nel 1999, Three hotels di John Baitz con Luca Zingaretti e Isabella Ferrari. Nel 2001 è la volta di Il colonnello con le ali di Hristo Boitchev poi dirige Franca Valeri in Possesso di Abraham Yeoshua. Quattro anni dopo porta al Globe di Roma Gossip! La scuola della maldicenza di Richard Brinsley Sheridan, che adatta in forma di musical.
Il debutto al cinema risala all’inizio degli anni Ottanta. Vittorio Caprioli lo vuole in Stangata napoletana, i registi scoprono quel volto formidabile, negli anni Novanta arriva la grande popolarità con titoli come Morte di un matematico napoletano (1992), Pasolini, un delitto italiano (1995) in cui interpreta l’ispettore Pigna, ruolo grazie al quale ottiene il Sacher d’oro come miglior attore non protagonista. Lavora con Guido Chiesa (Il partigiano Johnny), Giuseppe Piccioni (Luce dei miei occhi), Nanni Moretti (La stanza del figlio, Il caimano), fa un’esperienza di kolossal internazionale con Mel Gibson e La passione di Cristo. Lo vogliono Michele Placido (Romanzo criminale) e Marco Bellocchio che lo dirige in due film, Il principe di Homburg e L’ora di religione (miglior attore non protagonista al Flaiano Film Festival e nomination all’Italian National Syndicate of Film Journalists).
Lunga la lista delle fiction, delle serie e dei film per la tv alle quali ha preso parte, a partire da A casa una sera del ’76, regia di Mario Landi. Da Il giovane Casanova a L’onore e il rispetto – Parte terza e Il tredicesimo apostolo passando per Guerra e pace, Io ti assolvo, Pinocchio, Bertorelli anche in tv non ha mai mancato di lavorare con gli autori più importanti, Alberto Sironi e Francesca Archibugi, Antonello Grimaldi e Guido Chiesa, Eros Puglielli e, lo scorso anno, Paolo Sorrentino per The young pope. Nel 2013 aveva pubblicato il suo primo romanzo, L’effetto del jazz, in cui raccontava la nascita, a Torino, del primo jazz club italiano. A fine inverno era uscito Voglio vivere senza di te, storia della sua vita estrema, in lotta perenne contro “la scimmia immonda” dell’alcolismo: “Mi dicevano tutti che la mia vita era un romanzo, così ho deciso di scriverla – aveva detto a Repubblica che era andata a trovarlo nella sua casa romana – la mia è la storia di un innamorato deluso, che ha deciso di abbandonare la fidanzata. L’innamorato ero io, la fidanzata era l’alcol. Praticamente ho sprecato molto più della metà, i tre quarti della mia vita, mi dispiace ma è così. Sono stato uno stupido”.

La Repubblica

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