L’isola di Pietro rappresenta il declino creativo di Lux Vide

(Tiziano Rapanà) Il ritorno di Gianni Morandi alla fiction, dopo vent’anni, non è stato un granché. L’isola di Pietro, super pubblicizzata dai canali Mediaset, è stata un disastro creativo che conferma il triste momento artistico che sta permeando le fiction del Biscione. È segna anche il declino delle produzioni Lux Vide, che per la prima volta realizzano una serie tv tragicamente mediocre. Non mi aspettavo da una casa di produzione che ha prodotto le mastodontiche traduzioni audiovisive della Bibbia o il bellissimo telefilm sui Medici, la realizzazione di una fiction così sciatta dal punto di vista tecnico e artistico. Mi spiace essere così duro con il lavoro di tecnici e attori che tanto si sono impegnati per portare al termine il prodotto. Ma nell’Isola di Pietro ha funzionato solo Morandi, peraltro tenuto a freno da una sceneggiatura che non gli ha concesso lo spazio da dominus che merita. Gianni Morandi è l’unica cosa buona (e la sua interpretazione conferma un talento naturale già presente nei primi musicarelli) di una serie sbagliata, comunque di successo. Almeno per quanto riguarda la prima puntata, perché ho l’impressione che il futuro non si mostrerà continuamente benevolo con la serie.

P. S. Scrivete, qualora lo desideriate, a tizianodecoder2@gmail.com

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