Gomorra riparte dai nuovi clan e prima della tv va al cinema

Le puntate iniziali della terza serie Sky in anteprima nelle sale. Nella storia entra la malavita partenopea dei Barbudos

Dalla periferia assolata, piena di cemento, case popolari e strade rovinate, al centro storico, tra palazzi antichi e nuovi, in un’intricata ragnatela di vicoli dove non esiste nessuna privacy. La terza stagione di Gomorra, in onda a partire dal prossimo novembre, riparte da qui, da Napoli, dalla cronaca nera degli ultimi tempi. «Fatti nemmeno tanto lontani – spiega Nils Hartmann, il direttore delle produzioni originali di Sky Italia – come le vicende legate ai Barbudos, i clan più giovani del centro storico del capoluogo campano. È qui che la storia si ricongiunge con Genny e Ciro, che sono sempre stati un po’ periferici rispetto alla città, e con le vicende che ruotano attorno ai nuovi personaggi».

Comencini & Cupellini

Da una parte c’è Enzo, capo di uno dei nuovi clan, interpretato da Arturo Muselli, e dall’altra Valerio, ragazzo di buon famiglia, innamorato e ossessionato dall’idea di potere, interpretato da Loris De Luna. Sono loro, insieme a Salvatore Esposito, Marco D’Amore, Cristiana Dell’Anna e Cristina Donadio, i protagonisti di Gomorra.

«L’ossatura principale della serie – insiste Hartmann – restano i personaggi e come interagiscono tra loro. In Gomorra c’è sempre il coraggio di osare. Io ho visto tutta la stagione e posso dire senza paura che questa è in assoluto la più forte. Continuiamo a crescere. Anche grazie all’inserimento di questi personaggi e dei giovani attori che li interpretano».

Quella di scegliere volti nuovi per la serie è stata un’idea di Stefano Sollima, il primo showrunner di Gomorra. «La cosa sorprendente – dice Hartmann – è che questa stagione, la prima senza di lui, è stata costruita nel rispetto dell’impianto che ha messo in piedi. Qualcuno potrebbe pensare che questo sia un limite per la creatività, ma è il contrario». Gomorra non si ferma: il timone, ora, lo dividono alla pari Francesca Comencini e Claudio Cupellini. Sono loro i registi. E nella loro visione di Napoli e dei protagonisti di questa storia, rivive anche la filosofia di Sky. «Il nostro modello è quello di prendere storie locali e renderle internazionali. Gomorra è stato distribuito in 190 territori. Il nostro motto è: “local is the new global”».

E sulla base di quest’idea, Sky ha diversificato la sua produzione: «Abbiamo titoli come ’92, ’93 e The Young Pope, ora stiamo girando The Miracle di Niccolò Ammaniti, una storia che parte da una premessa surreale per raccontare l’Italia in tutt’altra maniera. Se altri seguono questa scia, noi siamo solo orgogliosi. Perché noi per primi ci sentiamo obbligati nell’investire sempre in nuove direzioni».

Sperimentare, osare, superarsi. Gomorra non si ferma al piccolo schermo, ma va oltre: «Per la prima volta in assoluto – annuncia Andrea Scrosati, Evp programming di Sky Italia e presidente della neonata Vision Distribution – una serie tv andrà in anteprima al cinema. Le prime puntate saranno in sala il martedì e il mercoledì della stessa settimana in cui, poi, andranno in onda su Sky Atlantic Hd. Al momento abbiamo l’impressione che le sale saranno tante. E questo perché crediamo che Gomorra abbia una sua forza e che i veri appassionati vorranno vederla sul grande schermo, vivendo un altro tipo di esperienza».

«Il modello che c’è oggi – dice Scrosati – è superato. È la stessa cosa che è successo all’industria musicale dieci anni fa, quando si provava a contrastare con ogni mezzo la diffusione digitale. Bisogna rivalutare l’esperienza della sala, che è diversa da quella del salotto di casa propria. Vedere Gomorra sul grande schermo è un valore aggiunto. Una delle puntate che faremo vedere è girata all’estero, in Bulgaria, ed è visivamente incredibile. Questa è un’opportunità per la televisione e per il cinema di costruire un modello di business diverso».

Gianmaria Tammaro, La Stampa

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