SAM CLAFLIN, EUTANASIA? SONO PER LIBERTÀ DI SCELTA

Anche film con Weisz e Favino. Vuole interpretare Robin Friday

Sam-Claflin-Alla star internazionale del giorno di Giffoni Experience, il brit trentenne Sam Claflin, volto di Finnick in Hunger Games, continuano ad arrivare ruoli legati a bestseller amati dal pubblico giovane. Dopo la trasposizione di #Scrivimi ancora, dal libro di Cecelia Ahern, è protagonista del melò – dramedy Io prima di te di Thea Sharrock, dal romanzo di Jojo Moyes, con Emilia Clarke (Daenerys in Il trono di spade) nelle sale dal 1 settembre distribuito da Warner (con 300 anteprime il 17 agosto). La coppia romantica della vicenda ha già conquistato il pubblico internazionale, costato 20 milioni di dollari, il film ha già incassato oltre 170 milioni.
Stavolta il suo ruolo di milionario tetraplegico, lo ha posto a confronto anche con un tema come l’eutanasia. “Non so come agirei nella condizione del protagonista, ma ho fatto molte ricerche e penso che bisognerebbe avere la possibilità di scegliere” ha detto, a proposito della morta assistita, l’attore, per cui hanno affollato gli spazi del festival fin dalla mattina centinaia di adolescenti. La trama, ruota intorno all’incontro, in una cittadina inglese, tra Louisa Clarke detta Lou, 26 enne solare e piena di vita che si veste come un cartone animato e Will, rampollo di una ricca famiglia, affermato banchiere, diventato tetraplegico dopo un tremendo incidente. Lou, che ha bisogno di un reddito per aiutare la famiglia, è assunta come badante del giovane uomo, che ha perso la voglia di vivere. Le loro differenze finiscono per avvicinarli… “Questo è stato il ruolo più difficile della mia carriera – spiega Claflin – io sono un attore molto fisico e la sfida è stata imparare ad esprimere le emozioni solo attraverso il volto, gli occhi”. Per prepararsi ha incontrato molte persone che lavorano con disabili gravi e malati affetti da patologie simili a quelle del personaggio. “Ho capito -dice – che ognuna delle loro storie è un universo a se’. Un’infermiera ad esempio mi ha raccontato che una volta sono arrivate contemporaneamente due persone che avevano reagito allo stesso trauma in modo opposto. Un lord che dopo la rottura della spina dorsale era diventato una persona rivoltante, che diceva di odiare la vita, e un giovane senzatetto, che dopo l’incidente ha dato invece un senso a tutto diventando uno speaker motivazionale”. Per interpretare Will “sono dovuto entrare nella sua ottica senza giudicarlo”. Il film, comunque, oltre che parlare di eutanasia, “mostra anche come per un tetraplegico, la vita possa offrire ancora molte possibilità”. Io prima te “mi ha insegnato ad uscire dal cinismo in cui siamo un po’ tutti, e a capire quanto la vita, con la mia famiglia, mia moglie (la collega Laura Haddock), mio figlio, mi abbia regalato”. C’è stata grande armonia con la coprotagonista Emilia Clarke: “Emilia quando entra in una stanza la illumina col suo sorriso, ha un effetto su chiunque incontri. E’ un po’ casinista, stravagante ed è impossibile resistere al suo humour, anche sul set nelle scene dove dovevo essere serio. E’ straordinaria”.
Dato fra i papabili, senza però entrare nel cast, del primo spin-off di Star Wars, Rogue one, Claflin ha pronto We happy Few di Lone Scherfig, ambientato durante la II Guerra Mondiale ed ha da poco finito di girare in Toscana My cousin Rachel, adattamento di Roger Michell, dall’omonimo romanzo di Daphne du Maurier; nel cast Rachel Weisz e Pierfrancesco Favino. Claflin nel film è Philip, giovane uomo “che si innamora della donna, più grande di lui, che crede abbia ucciso suo cugino” spiega l’attore. Ex aspirante calciatore, spera anche di poter girare la storia di Robin Friday, talentuoso giocatore di calcio morto prematuramente, dopo un vissuto di galera, alcool e droga. “Stanno sviluppando il progetto, non c’è ancora niente di certo.
Mi piacerebbe interpretarlo, Friday è stato la prima rockstar del football, la sua è una storia che mi affascina molto”. In ogni caso, ai ragazzi che gli chiedevano chi fosse il suo mito, ha risposto sicuro: ”David Beckham, sia come uomo che come padre”

Francesca Pierleoni, Ansa

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