Nicole Kidman: “A 50 anni sono felice: il cinema, i figli e Keith

L’attrice festeggia in famiglia dopo il premio speciale
a Cannes per le sue quattro performance.
“Non tornerei nemmeno per sogno ai miei 20 anni,
e nemmeno ai 30”

Mancano poche ore ai suoi 50 anni (il 20 giugno) e Nicole Kidman, bella, slanciata, in perfetta forma fisica e mentale, è un esempio vivente della perfetta star su tutti i fronti: professionalità, cortesia, eccellenza sullo schermo, amore per la famiglia.
Al recente festival di Cannes, dove era stata in giuria nel 2013 e dove nel passato ha avuto la sua dose di alti e bassi, recitava in tanti film (quattro) che la giuria si è inventata un premio speciale per lei: L’inganno di Sofia Coppola, remake del film di Don Siegel sulla guerra civile Americana con Clint Eastwood, la commedia How to talk to Girls at Parties di John Cameron Mitchell, in cui recita accanto a Elle Fanning e Ruth Wilson, e i suoi favoriti, la miniserie tv Top of The Lake diretta dall’amica Jane Campion, e il film The Killing of a sacred deer di Yorgos Lanthimos.
“Sono stata molto fortunata – dice l’attrice, che vive a Nashville, Tennessee, con il marito, il cantante Keith Urban, e le loro due figlie Faith, 6 anni e Sunny di 8 (l’attrice ha altre due figli adottivi più grandi con l’ex marito Tom Cruise, Isabella, 23 anni, e Connor, 21). “I personaggi che ho recitato recentemente sono così ricchi e profondi. Ho potuto veramente estendere la mia recitazione in direzioni e diverse e questo è molto eccitante”. L’atttrice era già tornata a Nashville quando le è arrivata la notizia del premio da Cannes: “Era mattina presto, non c’era verso di arrivare a Cannes in 4 ore, mi è dispiaciuto moltissimo ma non avevo scelta! Così ho registrato un ringraziamento in video: avevo in programma di uscire con le bambine dopo un paio d’ore, non c’era nessuno che mi potesse truccare e così mi sono tirata su i capelli e abbiamo fatto il video. Ma ci tenevo a farlo e ringraziare tutti, riconoscere l’importanza per me di quel premio”.
Abituata a viaggiare fin da piccola (nata a Honolulu, dove il padre, biochimico, lavorava in quegli anni, ma cresciuta in Australia), Nicole Kidman è abituata a scelte forti e impenitenti, che hanno definito la sua carriera, fin dai tempi di Ore – 10 calma piatta, il thriller del 1989 che la fece conoscere dappertutto, Giorni di tuono (sul cui set lei e Cruise si conobbero e innamorarono) e Billy Bathgate- A scuola di gangster (1991) – con quelle scene di nudo integrale interpretate con la nonchalance di chi non ha paura di mettersi in gioco. Vera stakanovista del cinema, l’attrice oggi appare in pace con se stessa, genuinamente innamorata del marito e contenta di vivere nella provincia americana, a Nashville in Tennessee, nel cuore “country” americano. Ha superato il trauma dell’improvvisa morte pochi anni fa dell’amatissimo padre cui era legatissima e momenti dolorosi per via delle ricadute alcoliste del marito. “Ho sperimentato il grande potere di guarigione del matrimonio anche e forse proprio grazie ai momenti di difficoltà: con Keith non siamo mai stati così uniti, e sembra che stiamo insieme da molto di più di dieci anni, mi sembra di esser sempre stata con lui. Onestamente non mi sono mai sentita così forte, equilibrata, nel pieno controllo del mio destino e della mia vita. La cosa più bella che ho sentito dire a mia figlia è stata, “mamma, tu e papà state sempre a sbaciucchiarvi!”. È verissimo, Keith e la nostra famiglia sono le cose che mi danno più gioia al mondo!”.
L’età le fa bene, dice. “Non tornerei nemmeno per sogno ai miei 20 anni, e nemmeno ai 30. Quando avevo 20 anni ero ambiziosa, appassionata, ma confusa; i 30 sono stati anni di dolore e aggiustamento, salvati dal lavoro e dall’amore per i figli; solo coi 40 ho iniziato a sentirmi davvero stabile e a mio agio con me stessa e chi sono per il mondo. Non vedo l’ora di raccontarvi dei 50.” Un compleanno che ha già cominciato a celebrare: “Mia mamma non viaggia più molto per cui sono andata io da lei in Australia e mi ha organizzato una festa con 40 delle mie amiche, il cibo preparato da una sua amica che mi conosce da quando ero bambina, eravamo quasi tutte donne e un paio di uomini e abbiamo cantato e chiacchierato intorno al pianoforte, è stato fantastico!” Per il 20 giugno quindi, una piccola cosa in famiglia: “verrà mia sorella dall’Australia con i suoi figli e saremo con Keith, le bambine, mio cognato, solo in famiglia, che è la cosa che preferisco sempre”. L’età, non lo nega, ogni tanto si fa sentire: “A volte ho un po’ di dolori qui e là, soprattutto alla schiena” dice. “Ho due bambine piccole che non fanno che saltare in giardino e in piscina e mi danno un gran da fare, ma allo stesso tempo regalano anche una straordinaria energia e voglia di vita. Forse questa mia prolungata giovinezza la devo proprio a loro e al fatto di averle avute in tarda età, dopo aver compiuto 40 anni”.
Anche sul lavoro i 50 anni non sono necessariamente un ostacolo: “Se una donna sa come rimanere in forma, ed è una brava attrice, le offerte dal cinema continuano ad arrivare. Meryl Streep ha più anni di me e non smette di lavorare”. È sempre difficile, ammette, ma è ottimista: “Il successo con il pubblico femminile di Little Big Lies (la serie televisiva della HBO che la Kidman ha prodotto con Reese Whiterspoon, ndr.), o il premio a Sofia Coppola a Cannes, sono anche segnali positivi”.
Per lei la fama non è quello che conta, e le crediamo: “Lo so, sono famosa, ma sono un’attrice professionista, lavoro seriamente” dice. “E a e volte sono anch’io alla caccia di una buona parte. Quando Jane (Campion, ndr) mi ha scritto chiedendomi di andare in Australia per un ruolo di non protagonista accanto a Elisabeth Moss, non ho esitato. Mi ha detto, vieni a giocare con noi in Australia! Sono andata ed è stato belissimo. Non sai mai cosa ti succede da un giorno all’altro, o da un progetto all’altro, quale regista ti chiamerà e ti dirà, leggi questa storia”. E quella storia può funzionare sia sul piccolo che sul grande schermo: “Sono sempre una fan del cinema, conclude, ma quando fai cose intelligenti per la televisione come Big Little Lies o Top of the Lake non importa quanto sia grande lo schermo su cui verranno proiettate. Ogni inquadratura, ogni battuta conta allo stesso modo. Ciò detto, amo perdermi con un gruppo di gente nel buio di una sala cinematografica. Ha ancora quell’effetto su di me e continuerò a battermi perché sopravviva!”.
Silvia Bizio, la Repubblica

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