The End? L’inferno fuori, zombie 2.0

In sala l’horror d’autore con Roja prodotto dai Manetti

The End? L’inferno fuori‘ di Daniele Misischia con protagonista Alessandro Roja, in sala dal 14 agosto con 01, è un piccolo gioiello da non trascurare. Già alla Festa di Roma e poi a Londra al FrightFest, il film, prodotto dalla neonata Mompracem dei Manetti Bros (è la loro prima volta) con Carlo Macchitella e Rai Cinema, è un horror d’autore low cost che ti tiene attaccato alla sedia senza mai annoiare. Eppure quasi tutto si svolge in un ascensore in una Roma estiva dove un virus ha creato zombie di seconda generazione, feroci, ma molto più veloci rispetto a quelli di Romero.Di scena Claudio (Roja), uomo d’affari cinico e vanesio, che resta bloccato nell’ascensore dei suoi uffici nel giorno più sbagliato possibile, quello di un importante incontro con un manager che potrebbe cambiargli la vita. Da Claudio, mentre è nell’ascensore che riesce solo parzialmente ad aprire, tanti contatti con l’apprensiva moglie Lorena (la voce è di Carolina Crescentini), mentre in lui nasce la consapevolezza che nella paciosa Capitale qualcosa sta accadendo di tragico.Tanti sono gli zombie che cercheranno di sbranarlo attraverso la stretta apertura dell’ascensore, tanti i messaggi agli ascensoristi che non riescono a risolvere il problema e, alla fine, Claudio si ritrova a condividere la sorte con un amico dell’ultima ora: Marcello (Claudio Camilli), un poliziotto che sta tentando in tutti i modi di salvarsi e salvarlo.Dicono a Roma i Manetti Bros: “La nostra neonata società di produzione ha il nome simbolico di Mompracem, ovvero un’isola di pirati nel mare del cinema italiano. Vogliamo fare un cinema diverso, qualcuno direbbe di genere, ma sarebbe sbagliato definirlo solo così, forse sarebbe meglio chiamarlo cinema d’autore e basta. E questo vale sia per l’horror, per il film drammatico, ma anche per la commedia”.Per il regista, al suo primo lungometraggio ma già collaboratore dei Manetti, alcune citazioni cinematografiche anche se spesso inconsce: “Certo, il film può ricordare sia In linea con l’assassino di Joel Schumacher o Piano 17 degli stessi Manetti. In uno spazio claustrofobico come un ascensore – spiega il regista – , puoi alla fine inventare ben poco. Il personaggio di Claudio – aggiunge – è quello di un uomo comune, cinico che, grazie a questa esperienza, migliora”.Per Alessandro Roja (Diaz, 1992) il film è un vero e credibile one man show: “Faccio ancora una volta un personaggio scomodo – dice -. Non amo misurarmi in ruoli ammiccanti, tento di fare nelle mie scelte un discorso schizofrenico e questo anche per divertirmi. E così in questo progetto mi sono trovato alla fine davvero comodissimo”.

Francesco Gallo, Ansa

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