Sara Tommasi e il suo passato pieno di dolore: “Ero un morto che camminva”

La malattia, la sofferenza, quel film hard di cui ha parlato tutta Italia con alcune persone che hanno sfruttato la sua fragilità. Sara Tommasi, dopo tanto tempo, è tornata a parlare e lo ha fatto con Le Iene, che l’hanno intervistata nella puntata andata in onda mercoledì. «Pensavo di non venirne più fuori, di morire. Questa malattia non ti dà più energie, è come se fossi un automa, una marionetta», ha detto Sara.

«Ora che ho riacquistato la salute sto meglio. Mi sono ricordata chi ero – continua Sara, laureata alla Bocconi, modella, showgirl per anni in televisione – Avevo bisogno di aiuto, ero un morto che camminava. Il disturbo di cui ho sofferto, il bipolarismo, ti toglie energie, non sei più capace a fare niente, a prendere un taxi, non ti ricordi chi sei, non sai dove andare».

Tante persone hanno sfruttato quei momenti di debolezza per portarla ad eccessi di cui ora è pentita. «Quelle cose non mi appartengono – dice – Non ero assolutamente io. Non parlavo bene, non mi ricordavo le frasi. Non ce l’ho con nessuno, do colpa soprattutto a me stessa». Un periodo lungo 4 anni. «Sono stata in ospedale per cinque mesi, quando sono uscita mi sentivo invalida – conclude – i farmaci per fortuna mi hanno permesso di uscirne».

Ciò che ha fatto in quegli anni le porta anche episodi antipatici: alcune persone, quando la trovano per strada, la apostrofano in maniera poco simpatica. «Mi capita che magari sono in giro e viene qualche idiota a dirmi “andiamo…”. Io mi vergogno di ciò che ho fatto, queste cose mi portano a chiudermi in casa e a non uscire. Per fortuna ho la mia famiglia, da loro mi sento amata».

Ilmessaggero.it

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