ADDIO A GIANNI BONCOMPAGNI, L’ULTIMO SALUTO NELLA STORICA SEDE DI RADIO RAI

A Via Asiago a Roma la camera ardente per l’ultimo saluto al conduttore radiofonico e autore televisivo scomparso il 16 aprile a 84 anni. Il commosso e divertito ricordo di amici e colleghi, da Renzo Arbore a Raffaella Carrà, durante la cerimonia laica

Renzo Arbore, Raffella Carrà, Ambra Angiolini, Alba Parietti, Giancarlo Magalli, le ex ragazze di Non è la Rai e tanti altri artisti, giornalisti, dirigenti e funzionari Rai hanno dedicato l’ultimo saluto a Gianni Boncompagni, la cui camera ardente è stata allestita nella sala B della storica sede di Radio Rai di via Asiago.
Tra i primi ad arrivare, un commosso Renzo Arbore, compagno di lavoro fin dall’esordio in radio di Boncompagni. Arbore ha collaborato con le tre figlie di Boncompagni per organizzare la cerimonia. “Arbore è uno zio per noi”, ha detto la figlia di Boncompagni, Barbara, anche lei autrice tv, “l’ultima risata l’abbiamo fatta insieme mangiando un gelato”. “Lui e Renzo Arbore hanno vissuto una vita pazzesca – ha aggiunto – in tutti questi anni non ho mai sentito parlare male l’uno dell’altro, e non ci poteva essere posto migliore per salutare papà, oggi mi sento a casa, è una sensazione meravigliosa”.
“Abbiamo passato una vita a ridere con Gianni – ha aggiunto Arbore – non abbiamo mai parlato di cose serie. Ci accomunavano le origini provinciali: abbiamo dovuto inventare stupidaggini per superare la noia è non abbiamo mai smesso”. “E’ difficilissimo parlare di Gianni qui a Via Asiago, dove venivamo ogni giorno come se organizzassimo una festa, era la nostra casa”, ha aggiunto con la voce rotta dal pianto. Boncompagni per Arbore “è stato sempre avanti e anche stavolta è avanti a me”. La radio, ha aggiunto, “è il regno della fantasia, e Gianni era un grande portavoce della fantasia. Lo saluto con affetto”.
Sul feretro, tra i tanti, tulipani colorati e un cuore di fiori lasciato da Raffaella Carrà. ” Ho potuto vivere con lui e godermi Gianni in casa sua con le sue tre figliole. Mi porterò dietro l’uomo. Gianni se n’è andato piano piano, ha avuto un coraggio da leone, è stato molto sereno. Abbiamo potuto ancora ridere e scherzare, abbracciarlo e dargli tanti bacini fino all’ultimo prima di lasciarlo andare”, ha detto tra le lacrime.
L’ingresso alla camera ardente è stato vietato alle telecamere. La mattinata, però, è scivolata via all’insegna della leggerezza. Sul palco, davanti al feretro, c’era una versione del quadro ‘Ritratto di giovane donna’ del pittore fiammingo Rogier van der Weyden riveduta e corretta, con la faccia di Boncompagni.
“Ha cambiato la storia della radio e della televisione”, ha detto Alba Parietti che ha ricordato la sua sua lunga e fortunata esperienza professionale con Boncompagni. “Voglio ricordare anche il suo cinismo perché Gianni da grande sarcastico si sarebbe annoiato molto ad ascoltare tutte le beatificazioni di questi giorni”.
A rendere omaggio a Boncompagni un fiume di volti noti, tra i quali la presidente della Rai Monica Maggioni (“parlare di Boncompagni è come parlare della storia della Rai”), Marisa Laurito, Gigi Proietti, Enrica Bonaccorti, Alba Parietti, Claudia Gerini, Isabella Ferrari, le ex ragazze di Non è la Rai, Bruno Vespa, Nino Frassica, Dario Salvatori, Benedicta e Brigitta Boccoli, Roberto Zaccaria, Maurizio Ferrini, Bruno Vespa, i membri del cda Rai Arturo Diaconale, Franco Siddi, Rita Borioni e Carlo Freccero, Enrico Mentana, Walter Veltroni, Marco Travaglio, Barbara Palombelli, Fiordaliso, Marco Giusti, Antonella Mosetti, Laura Freddi, Michele Guardì, Luca Barbarossa, Michele Mirabella.
Il direttore di Radio Tre Marino Sinibaldi ha spiegato: “Allestire qui la camera ardente è un segno di riconoscimento per quello che Boncompagni ha fatto per la radio, qualcosa di unico e inimitabile, ha usato la radio con libertà e leggerezza”.
Anche la durante la cerimonia laica si sono mescolate emozioni, ricordi esilaranti, commozione e grandi risate: Boncompagni è stato ricordato attraverso aneddoti come i racconti delle cene improbabili a base di surgelati (fra le ‘vittime’ Paolo Villaggio), delle marachelle negli studi, come andare a ‘sfruculiare’ i colleghi mentre registravano (tra i più arrabbiati Ubaldo Lai), degli infiniti e indimenticabili scherzi che hanno segnato una intera carriera e che sono entrati nella storia della tv.

La Repubblica

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