“Sono affezionato alla Nazionale Cantanti, nei giorni scorsi ci ha ricevuti il presidente Sergio Mattarella, al quale abbiamo donato la nostra maglia, è stata una bella soddisfazione. In questi anni abbiamo disputato più di 500 incontri, siamo riusciti perfino a far giocare insieme israeliani e palestinesi, nel 2000, con Peres e Arafat in tribuna. Siamo stati gli unici ad averli riuniti, non c’è riuscito nessun altro. E siamo un esempio anche per le famiglie, i bambini… se gioco io – sorride – possono giocare tutti”.
Al di là della Partita del Cuore come vede il calcio di oggi?
“Mi preoccupa. Purtroppo siamo fuori dai giri internazionali, anche se la Juve è stata molto sfortunata a uscire dalla Champions. Mi consolo con Claudio Ranieri che porta in alto i colori della nostra bandiera. Lo vorrei c.t. della Nazionale e ho apprezzato Montella quando ha indicato proprio Ranieri il tecnico più adatto a guidare gli azzurri”.
All’Olimpico mercoledì ci sarà la Partita del Cuore, sabato la finale di Coppa Italia Juve-Milan: da una parte le “emozioni” bianconere e dall’altra un Milan che “scopriremo solo vivendo”.
Lei per chi sta?
“Io per la Nazionale, non ho una squadra di club, ma mi viene da tifare Milan perché è il più debole”.
Come ha vissuto la panchina di Totti?
“Penso che Spalletti avrebbe potuto farlo giocare di più nei secondi tempi”.
Che cosa farebbe per migliorare il nostro campionato?
“Farei giocare almeno sei ragazzi italiani in ogni squadra. Come può crescere la Nazionale con così tanti stranieri? Se non si crea una regola del genere è perché c’è sotto qualcosa che non mi piace”.