IL TARIFFARIO TV DEI PARENTI DI LORIS

faccia-contrita-di-barbara-durso-2(Valeria Di Corrado, check Il Tempo) Omicidio del piccolo Stival: le pretese economiche dei familiari della madre Veronica Intercettata pure Barbara D’Urso mentre convince la nonna a tornare in trasmissione.
«Verità» o presunte tali sull’omicidio del piccolo Loris vendute alle tv per 3.500 euro a intervista, ampoule in modo da «tirarci su uno stipendio». Antonella Panarello e Carmela Anguzza, rispettivamente la zia e la nonna del bambino di otto anni trovato strangolato il 29 novembre dell’anno scorso in fondo a un canalone alla periferia del piccolo comune siciliano di Santa Croce Camerina, avrebbero sfruttato la loro partecipazione nei programmi televisivi per «fare soldi». L’avidità di denaro le avrebbe portate fino al punto di “confezionare su misura” le dichiarazioni rilasciate davanti alle telecamere. È questo il triste retroscena emerso dagli atti depositati dalla Procura di Ragusa con la conclusione delle indagini preliminari.

IL CAMBIO DI VERITÀ
Scrivono io giudici: «Le due donne, infatti, hanno trovato un’ottima risorsa economica nei proventi derivanti dalle loro partecipazioni ai programmi televisivi – si legge nell’informativa congiunta della Squadra Mobile e dei Carabinieri di Ragusa – mutando totalmente il contenuto delle loro dichiarazioni rese innanzi agli organi inquirenti, in presenza delle telecamere fanno dichiarazioni totalmente contrastanti rispetto a quanto riferito. L’obiettivo era quello di convincere l’opinione pubblica dell’innocenza della congiunta senza alcun fondamento di verità». E ancora. «Ciò appare dettato non tanto da un vero e proprio convincimento – spiegano i pm – bensì da una presa di posizione finalizzata a crearsi un’immagine, che al cospetto dell’opinione pubblica possa farla apparire apprensiva ed affettuosa».

IL COSTO
Il 26 gennaio scorso, gli investigatori intercettano una telefonata tra Carmela e Barbara D’Urso. La conduttrice della trasmissione televisiva in onda la domenica su Canale 5 dice alla donna che «deve tornare in trasmissione a dire che ha visto sua figlia e, guardandola negli occhi – scrive il pm – costei le ha detto che è innocente. La D’Urso insiste sul fatto che in questo momento devono rimanere sul pezzo perchè altrimenti l’opinione pubblica si convince sempre più che Veronica è colpevole». Sia la conduttrice che Emanuela, un’addetta del programma, «cercano in tutti i modi di convincerla, dicendole che sono disposte ad aiutare il figlio minore con eventuali consulti presso strutture mediche e con dei piccoli regali». In realtà, era stata proprio la madre di Veronica a pretendere di essere «contrattualizzata» da Mediaset. Lo si evince da una telefonata del 21 gennaio, in cui le viene chiesto di andare nuovamente in studio il primo febbraio. Carmela risponde che «senza contratto non fa nulla e non rilascia più dichiarazioni». Quando poi viene fuori una offerta di 2mila euro per una puntata a «Domenica Live», la donna «chiede il motivo dell’esiguità del compenso», e poi «chiede se è possibile anticipare a 30 giorni il pagamento, anzichè a 60, perchè ha bisogno di soldi». Anche Antonella, la sorella di Veronica, viene intercettata dagli inquirenti mentre parla di soldi e bonifici. Il 29 aprile scorso riferisce di essere contenta che i compensi delle trasmissioni “Domenica Live” e “Mattino cinque”, glieli stiano mandando «a pezzi a pezzi», «perché è come se mi stanno dando uno stipendio, un po’ alla volta». Le due donne stabiliscono una sorta di tariffario, da applicare a tutte le trasmissioni che le invitano come ospiti. Il 23 giugno – insistono i pm – dalla trasmissione “Delitti e segreti” vengono offerti all’Anguzza 3 mila euro per averla in studio, considerati i suoi precedenti “cachet” con “Domenica Live”.

«HO CREATO UN MOSTRO»
Il puzzle delle 34 telecamere che hanno ripreso Veronica Panarello, secondo gli inquirenti, permettono di concludere le indagini indicandola come unica responsabile dell’omicidio del piccolo Loris. «Tu mi devi dire che il bambino a scuola non glielo hai portato. Tu non dici la verità». Sono queste le parole che Davide Stival, dice alla moglie nel parlatorio del carcere di Agrigento, che insiste: «Io mi ricordo di averlo portato a scuola e basta. Io non l’ho ucciso, voglio scoprire la verità, cercano solo su di me come se fossi il mostro». La prima convinta della colpevolezza di Veronica è la madre: «Le persone presenti nell’abitazione di Loris sono tutti cornuti e puttane, senza nessuna esclusione, compresa Veronica che ha fatto le corna a suo marito», spiega Carmela Anguzza in una delle intercettazioni depositate dagli inquirenti; per poi concludere «quella gran disgraziata, ma ti rendi conto? Un mostro ho creato! Va bene che lei è capace di tutto!».

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