Salvo Sottile racconta il suo viaggio nel meandri dell’oscuro, che ha chiamato “Prima dell’alba” (e lo potete guardare stasera, in seconda serata, su Rai3)

Ma la notte sì. Tutto si può. Il primario che fa l’altalena in un club di soli uomini, le giovani mamme che la notte ballano la lap dance. Si getta la maschera e ci si abbandona. Salvo Sottile, con il suo viaggio nel programma Prima dell’alba su RaiTre, continua a sorprendere i telespettatori. Gli ascolti sono ottimi e il target è rappresentato da quarantenni con istruzione universitaria che vivono nel Nord-Est.

Sottile, le piace la notte?
«La notte che ho scoperto è piena di sapori. Le persone si trasformano e diventano autentiche. Tirano fuori i vizi, la voglia di trasgredire, ma anche le fragilità».

Parliamo dei vizi
«Beh, mi ha colpito il caso del primario che di giorno deve avere un certo contegno ma si gode la notte perché può salire sull’altalena nel club per uomini. L’avvocato che fa la drag queen in feste a tema, prigioniero delle due identità. Mi ha detto di sentirsi se stesso solo quando dorme. Le donne che ballano la lap dance in club privé fino all’alba, non sono delle escort bensì delle mamme che tutto il giorno se ne stanno con i figli».

È rimasto sorpreso dai tour notturni?
«Quest’Italia nascosta della notte, coperta da un mantello, è tutta da scoprire. Nessun programma né talk va a cercare le storie. Perché i protagonisti della notte sono dei dimenticati, e preferiscono restare dimenticati».

Perché si vergognano?
«Forse, ma anche perché la notte favorisce i loro traffici. Mi riferisco a chi spaccia e consuma droghe, ai ladri di rame. Se potessi usare una metafora, direi che la notte apre la porta della gabbia».

L’abbiamo vista entrare in club privati
«Lì ho capito che c’è una sorta d’Italia che vive il sesso di notte nel modo più disparato. I feticisti, ad esempio. Li vedremo nella puntata di lunedì prossimo. Una signora che su internet si fa pagare dall’utente che le manda la sceneggiatura affinché lei si metta determinate scarpe e segua alla lettera come muovere i piedi».

Si è mai trovato in imbarazzo?
«In un club di scambisti. Nella loro notte è tale la confusione che anche io, il cronista, ero diventato parte della festa. C’erano delle signore che osavano al punto che ho dovuto dire: scusate ma non bevo in servizio».

Marco Castoro, Leggo.it

Torna in alto