Le offerte per la trasmissione delle partite di Serie A del triennio 2018-2021 dovranno attendere. Sky ha ottenuto dal Tribunale di Milano una verifica dell’aderenza del bando di Mediapro alle leggi italiane, alle legge Melandri e alle indicazioni giunte dall’Agcm con la conseguente sospensione fino al 4 maggio. Un altro stop quindi per la vendita dei pacchetti strutturati dall’intermediario spagnolo che ha acquistato i diritti tv dalla Lega Calcio per oltre 1 miliardo di euro.

Secondo Sky, il bando ideato da Mediapro “solleva così tante perplessità da rendere necessario verificarne la legalità prima di presentare importanti offerte”. Un passaggio obbligato, sostiene l’emittente di Rupert Murdoch, per “continuare a contribuire alla crescita del calcio italiano, per lanciare nei prossimi giorni una grande offerta economica che possa garantire il futuro dei club sportivi” oltre che preservare “la qualità, la creatività e l’autonomia editoriale e giornalistica e la competizione industriale” agendo “senza scorciatoie”, spiega Sky in una nota, “sempre nel rispetto dei valori della libertà di mercato e di tutte le leggi”.

Lo stallo quindi continua anche dopo lo storico accordo pre-pasquale tra l’emittente satellitare e Mediaset Premium che ha previsto lo scambio di diversi canali tra le due piattaforme. Una mossa decisa verso un’unica pay-tv che sembrava poter sbloccare, dopo un primo momento di impasse, la vendita dei nuovi pacchetti strutturati da Mediapro e pubblicati dieci giorni fa. Ma la formula ideata dagli spagnoli non prevede esclusive, alle quali Sky è molto interessata.

Così il 21 aprile non sarà più l’ultima data utile per presentare le offerte, poiché Sky ha ottenuto invece il congelamento del bando fino alla pronuncia dei giudici milanesi, che arriverà entro il 4 maggio e risolverà definitivamente la querelle nata attorno al rispetto o meno dei paletti normativi. Il giudizio del Tribunale di Milano, secondo Sky, è necessario per “continuare a garantire agli abbonati un prodotto di qualità, nella piena libertà e autonomia giornalistica e editoriale in un sistema non discriminatorio e di libera concorrenza fra gli operatori”.

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