VASCO ROSSI IN TRIBUNALE A BOLOGNA, TESTIMONE CONTRO L’EX MANAGER

Guido Salvati pretendeva dalla rockstar una somma di sei milioni in trent’anni

VASCOVasco Rossi ha testimoniato in tribunale a Bologna ma la vita spericolata non c’entra, perché il motivo della sua comparsa davanti al giudice è una disputa con l’ex manager ed ex amico Guido Salvati, che pretendeva dalla rockstar una somma di sei milioni in trent’anni, cioè 200mila all’anno, in virtù di un patto di riservatezza per cui sosteneva ci fosse un impegno economico da parte del rocker di Zocca.
Vasco ha contrattaccato e ora il manager si trova a rispondere di falso e calunnia. Arrivato a bordo di un’auto dai vetri oscurati, blindatissimo per giornalisti e fotografi, col magistrato si è anche lasciato andare a un commento personale: “Io avevo nei confronti di Stefano affetto e fiducia e lo consideravo un amico, mi sono sentito tradito nell’amicizia che per me è un valore fondamentale nella vita”.
Un’ora e mezza è durata la sua testimonianza, il tempo necessario per ripercorrere una vicenda cominciata nel 2014, quando Salvati lo citò in giudizio chiedendo il pagamento della prima rata di un compenso che, a suo dire, era stato stabilito a margine del patto di riservatezza che i collaboratori di Vasco sono normalmente chiamati a sottoscrivere. Il patto sarebbe stato stipulato nel 2013, prima che i rapporti fra i due si interrompessero. Poi è stato il cantante a querelare l’ex manager, sostenendo che il patto in realtà non prevedeva alcun compenso accessorio. La consulenza tecnica disposta dalla procura accertò la falsità del documento in possesso di Salvati, e la sua controquerela è stata archiviata.
Questo il commento di Vasco all’uscita dall’udienza, ieri: “Tutto é bene quel che finisce bene. Ci vediamo a Modena, sarà record mondiale”, ha detto il rocker emiliano in riferimento al megaconcerto di Modena della prossima estate.

La Stampa

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