Acquisito da De Agostini il 50% di Super!. Parte il 22 ottobre il nuovo canale Spike all’lcn 49
Castellari: puntiamo a essere il quinto editore televisivo in Italia
Poi, dal 2016, il gruppo guidato da Andrea Castellari torna a investire sulla free: il 27 febbraio nasce Paramount channel (lcn 27) e in luglio parte Vh1 (lcn 67) al posto di Mtv Music.
E ora il business della tv in chiaro diventa nuovamente centrale per Viacom Italia, con l’acquisizione del 50% di Super! (lcn 47) da De Agostini e, come anticipato da ItaliaOggi del 9 agosto scorso, il lancio, il prossimo 22 ottobre, del nuovo canale Spike all’lcn 49, dove finora è andato in onda Fine living (del gruppo Scripps) che sarà chiuso.
«Il nostro obiettivo», spiega Castellari a ItaliaOggi, «è posizionare Viacom come editore che già vale il 3% di share nella giornata (1% di Super, 1% di Paramount channel, 0,2% di Vh1, e poi tutti gli ascolti dei canali in pay su Sky, partendo da quelli a marchio Mtv e passando per i Nickelodeon e i Comedy central, ndr), e che, col lancio di Spike, punta a scalare la classifica, passando da sesto a quinto editore televisivo in Italia (superando, quindi, La7, ndr).
Ci vorrà il tempo che ci vorrà, ma pure per Spike l’obiettivo di share è quello dell’1% sulle 24 ore».
C’è poi il lavoro sulla concessionaria pubblicitaria Vimn advertising, che già ora raccoglie 19 canali che superano complessivamente il 5% di share, collocandola, quindi, tra le principali concessionarie in Italia: «E, peraltro», prosegue Castellari, «è stata assegnata a noi la raccolta di quasi tutti i nuovi canali del digitale terrestre, dai due di Sony a Food network di Scripps fino al prossimo Alpha di De Agostini».
Curiosa la stretta collaborazione tra Viacom e Scripps, gruppo che, a livello internazionale, è stato appena acquisito da Discovery, ovvero da un concorrente diretto di Viacom: «Noi abbiamo ottime relazioni col management di Scripps», commenta Castellari, «e, di fatto, avevamo già deciso tutto in primavera, quando è partito Food network all’lcn 33: Viacom avrebbe raccolto la pubblicità del canale, abbiamo chiuso un accordo di partnership di lungo periodo per fornire loro contenuti, e abbiamo comprato l’lcn 49 di Fine living». Il canale Fine living, nato nella primavera del 2014 e raccolto da Prs, verrà quindi chiuso in ottobre per fare posto a Spike. Questo brand televisivo, che fa già parte del portfolio Viacom nel mondo, verrà presentato ufficialmente in Italia il 17 ottobre. È destinato a un target 25-54 anni, prevalentemente maschile: «Useremo molto la library», racconta Castellari, «e all’inizio faremo poche produzioni originali. Ci terremo anche fuori dalle aste per i diritti tv in ambito sportivo. Sono conscio che il comparto è ben presidiato (Dmax, e poi, nei prossimi giorni, Alpha di De Agostini, ndr) ma abbiamo anche il vantaggio di partire per ultimi (il 22 ottobre, ndr) e quindi decidere bene il posizionamento. Di sicuro non scimmiotteremo Dmax né punteremo su un genere action cattivo. Cercheremo di essere un canale interessante e molto largo. Il primo anno, ripeto, dovremo capire bene il posizionamento e i gusti del pubblico, e dare a Spike il tempo di prendere la sua forma all’lcn 49».
C’è anche l’operazione di acquisto del 50% di Super!. Ma perché De Agostini vi cede la metà di un canale che va bene? «Viacom e De Agostini sono due aziende che stanno facendo un matrimonio», risponde Castellari, «che hanno progetti internazionali interessanti e che in Italia collaborano da tanti anni (Super! è infatti raccolto da Vimn advertinsg, ndr) in modo piacevole. Ora arriva anche Alpha, e, insomma, la cessione del 50% di Super! è una sorta di prova d’amore».
L’ultimo esercizio di Viacom Italia, chiuso al settembre 2016, mostra ricavi in crescita a quota 52,8 milioni di euro con un ebit positivo di 2,3 milioni e un utile di 2,5 milioni. Il business della tv in chiaro, nei prossimi esercizi, avrà un peso sempre maggiore, probabilmente superando il 50% dei ricavi: «Non parlo di numeri», conclude Castellari, «ma posso dire che da un punto di vista economico la parte free è importantissima. Certo, resta nel cuore la parte Sky, che è il fulcro del nostro modello culturale. Noi facciamo prodotti a rischio audience, per un pubblico giovane che non sta mai fermo, si sposta di continuo e che però abbandona con un trend costante la tv generalista: negli ultimi cinque anni l’audience sul segmento 25-54 anni per i canali dall’lcn 20 in poi è passata dal 26 al 48% di share. Il mercato della pubblicità chiede quel target, 25-54 anni. Proviamo a soddisfarlo».
Claudio Plazzotta, Italia Oggi