Maglietta, io madre che sa ascoltare in Tutto può succedere

Attrice gira docufilm su soprano Carelli, poi torna a teatro

“Non ho la tv, e non ne sento la necessità. Questo non mi impedisce di fare il mestiere che faccio”. Così Licia Maglietta, originaria di Napoli, una laurea di architettura in tasca, interprete di film iconici come “Pane e tulipani” di Soldini (David di Donatello), Morte di un matematico napoletano e L’amore molesto di Martone, e vista già sul piccolo schermo nella serie In Treatment su Sky nel ruolo della psicanalista mentore di Castellitto, in Una pallottola nel cuore con Proietti, e reduce da una strepitosa stagione teatrale con Amati Enigmi, che la riporterà nei prossimi mesi sul palco come interprete, autrice e regista dello spettacolo. Attrice di talento, si alterna da sempre tra teatro cinema, e tv, Maglietta da lunedì 18 giugno torna su Rai1 nella terza stagione di Tutto può succedere, con la doppia regia di Lucio Pellegrini e Alessandro Casale, serie targata Rai Fiction – Cattleya, versione italiana di Parenthood, incentrata sulle vicende della famiglia Ferraro (è già disponibile su Rai Play). A tenere le redini della storia, mamma e papà Ferraro, interpretati da Giorgio Colangeli e Licia Maglietta. Ritroveremo tutti gli attori che hanno fatto amare questa serie: Pietro Sermonti, Maya Sansa, Ana Caterina Morariu, Alessandro Tiberi, Camilla Filippi e Fabio Ghidoni, Matilda de Angelis. Accanto a loro, che tornano tutti a vestire panni già noti al pubblico, anche la new entry Giuseppe Zeno nel ruolo di Francesco. Aveva visto Parenthood? “Sì certo, mi era piaciuto e siamo riusciti a creare quel clima, anche se il mio personaggio è più centrato dell’originale. Una madre presente con i figli ma non invadente, una sorta di guida che sa ascoltarli, ma li lascia sempre liberi. Ascolto e dialogo. Per un figlio scegliere permette di confrontarsi con i propri obiettivi, immagino, i propri limiti e le proprie capacità. Nel ruolo di mio marito c’è Giorgio Colangeli, una bella intesa professionale”. La terza stagione di Tutto può succedere si apre con una brutta disavventura per Ettore ed Emma: una notte, mentre stanno dormendo, subiscono un furto. L’episodio lascia non pochi strascichi nei due coniugi e sul resto della grande famiglia: Emma è talmente sconvolta da non sentirsi più sicura tra quelle mura. Maglietta confessa che vorrebbe più ruoli di spessore per le donne al cinema. Per questo ha preferito dedicarsi ultimamente molto al teatro. Dal 6 dicembre torna sul palco, regista, adattatrice e interprete di “Amati enigmi”, monologo tratto dal romanzo omonimo di Clotilde Marghieri del 1977, “prima ancora a novembre sarò a Napoli al Bellini”. Maglietta (figlia di musicisti) sta girando un documentario di Tony Saccucci su Emma Carelli, “una figura che mi ha folgorato, una cantante lirica (nata a Napoli nel 1877), dalla carriera intensa e dalla vita tumultuosa: fu allieva del padre, il quale curò scrupolosamente la sua educazione musicale, riuscendo con uno studio intenso e severo a sviluppare il settore acuto della sua voce. C’è una parte documentaristica e una cinematografica, girata all’Opera di Roma e una in cui la si vede nei filmati dell’Istituto Luce. Quella cinematografica è recitata da me”. Maglietta tiene anche a Firenze seminari di recitazione molto seguiti e apprezzati. Tutto può succedere racconta, con i toni della commedia brillante dalle sfumature drammatiche, l’intreccio di sentimenti e il forte senso di fratellanza che legano i tanti componenti, grandi e piccoli, di un nucleo famigliare che non nasconde le sue mille imperfezioni, ma che dimostra di giorno in giorno come uniti il difficile diventi un po’ più facile e come insieme sia possibile acchiappare l’ambita felicità. Un appassionante viaggio nel complesso rapporto figli-genitori che porta sul piccolo schermo il grande spettacolo della vita

Nicoletta Tamberlich, Ansa

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