TOTO’, DI LUI HANNO DETTO…

di lui hanno dettoIl 15 aprile 1967 moriva a Roma Totò, il più grande attore comico italiano. Lo adoravo e lo adoro. Nei giorni passati, l’ho ricordato citando le sue battute più importanti. Oggi concludo (forse) riportando alcuni autorevoli pareri su di lui. Di ciò che ha scritto Pasolini non condivido neanche una parola: è una deformazione sociopolitica. Sapeva, Pasolini, che Proust si faceva prestare dai portieri degli alberghi somme importanti, per poi restituirle come mance?

“Mi chiese subito di dargli del tu, anche se io gli confessai la mia emozione di trovarmi di fronte all’esempio vivente del comico tradizionale, colui che, al solo apparire, in teatro e sullo schermo, conquistava il pubblico prima di dire «Buonasera». […] Un attore talmente eccezionale e irripetibile che forse ci vorranno cento anni perché ne nasca un altro”. (Alberto Sordi)

“Dicono che Totò fosse principe. Una sera che eravamo a cena insieme diede una mancia di ventimila lire a un cameriere. Di solito i principi non danno simili mance, sono molto taccagni. Se Totò era principe, era dunque un principe molto strano. In realtà conoscendolo risultava un piccolo borghese, un uomo di media cultura, con un certo ideale di vita piccolo borghese. Come uomo. Ma come artista, qual è la sua cultura? La sua cultura è la cultura napoletana sottoproletaria, è di lì che viene fuori direttamente. Totò è inconcepibile al di fuori di Napoli e del sottoproletariato napoletano”. (Pier Paolo Pasolini)

“Dire che è stato grande è veramente fargli torto”. (Bruno Amatucci)

“Come faranno mai a intendersi due popoli di cui uno ignora Totò?”(Umberto Eco)

L’INTERVISTA A TOTÒ DI ORIANA FALLACI

l'intervistaInfine, se vi fa piacere, digitate www.lamescolanza.com e troverete una bellissima intervista – 1963 – della Fallaci al Principe. Me l’ha segnalata uno dei miei agguerriti amici e ricercatori, Donato Moscati.
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