Novità in tv. Renzi sta girando una docu-serie dedicata a Firenze

Dall’ombrellone alla macchina da presa. Matteo Renzi, approfittando della pausa dei lavori parlamentari, svestirà per qualche giorno i panni di senatore del Pd e indosserà quelli di conduttore tv, che racconterà la storia e le bellezze di Firenze accompagnando il pubblico lungo percorsi più o meno inediti: dal Corridoio Vasariano che consentiva ai Medici di andare da Palazzo Vecchio a Palazzo Pitti, alla storia di Santa Croce e Santa Maria Novella. Otto puntate per raccontare altrettante storie, con i Medici protagonisti. Le riprese inizieranno il 19 agosto da Palazzo Medici Riccardi, che, scherzi del destino, era la sede della Provincia, trampolino della carriera politica del futuro premier. Riprese interne, poi quelle più spettacolari fissate per il 21 agosto in piazza Duomo, che la casa di produzione di Lucio Presta, il manager delle star tv italiane, ha «affittato» in parte per girare le scene con Renzi in versione Cicerone. Sarà vietato anche il passaggio delle persone, mentre sulla piazza si leverà anche un drone per effettuare le riprese dall’alto.

L’ex leader del Pd crede molto in questa serie tv, anche per trasmettere un messaggio politico e culturale che lui stesso definisce «kennedyano» e «antisalviniano»: «Ne verrà fuori una grande battaglia contro la demagogia, il qualunquismo e la paura — riflette —. Bellezza contro odio, apertura contro protezionismo, Rinascimento contro oscurantismo». Le otto puntate dovrebbero essere trasmesse in primis in Italia il prossimo inverno: l’accordo con Mediaset, con Presta a fare da kingmaker sull’ingaggio, sembra ad un passo. Ma l’obiettivo, anche tramite le piattaforme internet, è divulgare la serie in tutto il mondo.

A Renzi andrà un cachet importante: alcune centinaia di migliaia di euro, la cui entità dipenderà però dal successo che avrà la distribuzione della serie. Ma l’ingaggio non sembra essere l’unico aspetto a cui tiene l’ex premier, che punta anche a rafforzare la visibilità all’estero, dove, anche grazie alla rete costruita nei mille giorni a Palazzo Chigi, viene spesso chiamato a tenere conferenze. La macchina cinematografica che lo seguirà sarà decisamente meno invasiva rispetto a quella di Six underground, il kolossal che Michael Bay, il regista di Armageddon, girerà per Netflix dal 22 agosto nel cuore di Firenze, tra inseguimenti ed esplosioni. La mega produzione di Hollywood pagherà alla città una cifra importante come «indennizzo» per i disagi che saranno causati, mentre più funzionari ministeriali e storici dell’arte che hanno già storto il naso per i pericoli a cui sarebbero sottoposti alcuni dei più importanti tesori custoditi nella culla del Rinascimento.

Claudio Bozza, Corriere.it

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