FESTA DI ROMA: DA JOVANOTTI A BENIGNI, NON È PIÙ SOLO CINEMA. SI PARTE CON TOM HANKS

Tra i film proposti anche quelli di Oliver Stone, Ron Howard, Michele Placido, Stephen Frears, Daniele Vicari. Tra gli ospiti,oltre al cantante e al premio Oscar toscano, Meryl Streep, Viggo Mortensen, Renzo Arbore, Paolo Conte, Bernardo Bertolucci e tanti altri. Il programma

roberto-benigniUna Festa globale. Con ospiti speciali, da Roberto Benigni a Jovanotti, da Tom Hanks a Michael Bublé. Non è più solo cinema, la Festa di Roma si apre a musica, videoarte, teatro, architettura. “Una festa del cinema che si apre per dialogare con le altre forme di espressione”, spiega il direttore Antonio Monda. Si parla di politica, di lavoro, di diversità, di crescita, di Olocausto, nei 40 film che arrivano da 26 paesi ma ci saranno anche le conversazioni con nomi importanti del mondo dell’arte e dello spettacolo: l’elenco è lungo ma dà la dimensione della forza di un evento che è diventato diffuso (dal centro di via Condotti alle periferie passando per il carcere di Rebibbia e la scuola multietnica dell’Esquilino), mobile, sempre più internazionale. Ci saranno Renzo Arbore, Paolo Conte, Bernardo Bertolucci, Don Delillo, Gilbert &George, Daniel Libeskind, David Mamet, Viggo Mortensen, Oliver Stone, Meryl Streep, Andrzei Wajda. Non solo tappeto rosso, ma anche attenzione al momento che stiamo vivendo, un momento di cambiamento politico (ci sarà una retrospettiva dedicata alla politica americana), di sfide di integrazione (si apre con Moonlight, film che racconta la vita nel ghetto di un ragazzo afroamericano che in un mondo macho si scopre gay) senza dimenticare il terremoto che ha colpito il centro Italia. La Festa devolve gli incassi della proiezione di un film sul terremoto in Emilia, ma contribuisce anche al progetto Io ci sono per costruire un cineteatro ad Amatrice.
La metamorfosi da festival a festa è sempre più evidente: non c’è il concorso (solo il premio del pubblico), niente cerimonia di apertura e chiusura, niente madrina, ma – come ricorda il Presidente Piera Detassis – al centro c’è il pubblico: “da formare e con cui dialogare” nel ricordo del mantra di Gianluigi Rondi che Detassis ricorda “non smetteva mai di ripetere tutto il cinema per tutti”.

Talenti italiani tra lavoro e diversità. Quattro film italiani nella selezione principale: 7 minuti di Michele Placido, Sole Cuore Amore di Daniele Vicari, Naples ’44 di Francesco Patierno e e la commedia  Maria per Roma di Karen Di Porto. “Il tema del lavoro è al centro. Cosa significa perderlo, doverselo conquistare, perderci la vita”. Saranno proposti anche film di registi del calibro di Oliver Stone (Snowden), Andrzej Wajda (Powidoki), Stephen Frears (Florence Foster Jenkins) e Werner Herzog (Into the Inferno).

La Festa-Musical. A partire dalla bella immagine danzante che immortala il Gene Kelly di Cantando sotto la pioggia, la musica è protagonista alla rassegna. Da Paolo Conte a Jovanotti, da Elio e le storie tese a Michael Bublè. Bublè, canadese vincitore di quattro Grammy, sarà nella capitale il 14 ottobre per presentare il suo primo film concerto, Tour stop 148. Jovanotti racconterà sul palco le sequenze che hanno segnato la storia della sua carriera, Paolo Conte disserterà su jazz e cinema, Elio e le storie tese sono protagonisti del docufilm Ritmo  sbilenco: un filmino su Elio e le storie tese, un doc collettivo realizzato da un gruppo di studenti di OffiCine.

Il tappeto rosso s’allunga. Spiega Antonio Monda: “io non ho mai disdegnato il tappeto rosso, l’anno scorso avevamo grandi nomi, da Sorrentino a Jude Law. Quest’anno ne abbiamo di più. Prima bisogna costruire un progetto di qualità, un film o un incontro ravvicinato e non portarsi solo persone che svilino sul tappeto rosso. Detesto i festival che scelgono i film in base al tappeto rosso”.

La festa mobile. Il presidente della Fondazione Cinema per Roma definisce l’edizione undici una Festa Mobile. Capace di mescolare i generi, infondere calore, cercare le novità, con l’energia della sezione Alice, quella per ragazzi e l’attenzione al mercato internazionale. “Lo spirito guida resta il coinvolgimento e la formazione del pubblico”. I confini si allargano oltre l’Auditorium: “abbiamo scelto di lavorare sulla continuità, sul tessuto metropolitano, laziale. Con City Fest siamo riusciti a produrre masterclass, anteprime, minifestival al cinema Maxxi, la collaborazione con il Piccolo America e i ragazzi, un tour nazionale delle scuole con Alice nella città, la mostra su Ettore Scola“. Roma è stata nominata Città creativa per il cinema per l’Unesco, “quest’anno incrementiamo i punti focali nella città. Un evento diffuso dal Maxxi alla Casa del cinema, in molte sale, tra cui Farnese, Moderno, Broadway. Più un Drive-in creato all’Eur per l’occasione”. E poi il tappeto rosso in via Condotti, la proiezione di Vacanze romane a Trinità dei Monti con i figli di Gregory Peck. Ma anche, al lato opposto, il ciclo di proiezioni nel carcere di Rebibbia, con i film della rassegna.

Arianna Finos, La Repubblica

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