Addio Gianni Bonagura, maestro del doppiaggio / Per la tv ha doppiato Peter Boyle in “Tutti amano Raymond”

Si è spenta a 92 anni una delle grandi voci italiane. Danny De Vito, Rod Steiger, Mel Brooks, Walter Matthau, Gene Wilder sono solo alcuni dei principali attori che interpretò davanti al leggio. Uomo di raffinata cultura (una libreria di 10.000 volumi donata alla biblioteca comunale di Formello) fu anche eccellente interprete dei testi di Gioacchino Belli

È morto a Milano l’attore e doppiatore Gianni Bonagura. Avrebbe compiuto 92 anni il 27 ottobre. Milanese di nascita, era vissuto sempre a Roma, dove aveva frequentato il liceo al Tasso e si era poi diplomato alla scuola nazionale d’arte drammatica Silvio D’Amico. A teatro lavorò con Franco Zeffirelli, Vittorio Gassman, Gianlcarlo Giannini, Johnny Dorelli, Gigi Proietti. Negli anni Cinquanta e Sessanta diventò una delle voci più note d’Italia, accanto a quella degli amici di sempre, Nino Manfredi, Bice Valori, Paolo Panelli. In televisione debuttò nel 1956 con L’alfiere, con la regia di Anton Giulio Majano. Fino a Padre Pio, nel 2000, con Sergio Castellitto, passando per Sherlock Holmes nel ruolo di Watson. E poi il cinema, con una quarantina di film tra cui Risate di gioia di Mario Monicelli, con Anna Magnani e Totò. Ma lavorò anche con Bertolucci, Luigi Magni e Lina Wertmuller. Eccellente doppiatore, dette voce, tra gli innumerevoli altri, a Danny De Vito, Rod Steiger, Mel Brooks, Walter Matthau, Gene Wilder, Marcello Morante nella parte di Giuseppe in Il Vangelo secondo Matteo di Pasolini, lo zio Reginaldo degli Aristogatti, e soprattutto lo straordinario Marty Feldman e il suo indimenticabile Aigor (“il lupo ululà e il castello ululì”) di Frankenstein junior.

Gianni Bonagura era anche un grande interprete di testi letterari, come ha dimostrato nei venti anni da protagonista ai Tè letterari del teatro Vittoria di Roma, dove ha dato voce ai suoi autori preferiti, primo fra tutti Giuseppe Gioachino Belli, dei cui testi è stato il più eccellente interprete. Uomo di raffinata cultura  (la sua biblioteca – teatro e poesia di tutti i tempi e tutte le lingue – di quasi diecimila volumi la dette in dono alla biblioteca comunale di Formello), Gianni Bonagura era un uomo severo e al tempo stesso generoso e rispettoso, che amava la propria indipendenza ed era aperto al confronto: un grande signore del teatro e nella vita.

Repubblica.it

Torna in alto