MONICA, LA MADRINA, TRA KUSTURICA E LYNCH: “MA IO MI SENTO ITALIANA”

Bellucci presenta insieme al regista serbo ‘On the milky road – Sulla via lattea’ in uscita, ma parla anche di Cannes, del cinema italiano e dell’elezioni in Francia

Monica Bellucci é a Roma insieme al regista Emir Kusturica per raccontare una di quelle “esperienze che si fanno una volta nella vita”, come aveva già detto a Venezia, dove il film era stato presentato in concorso. Ora On the milky road – Sulla via lattea va in sala l’11 maggio con un piccolo distributore indipendente che ha scelto di far uscire il film in una trentina di cinema di qualità e di non darlo alle multisala. Il film é una storia d’amore e guerra ma soprattutto amore, spiega Bellucci, quello fra “due persone non più giovani, che non hanno nulla da perdere nella vita ma che dal loro incontro troveranno nuova energia. É un film di speranza”.
La storia é ambientata in una guerra che ha alcuni riferimenti a quella dell’ex Yugoslavia, ma può essere immaginata in qualunque paese e epoca. Il regista ha raccontato di aver voluto fondere tre storie che gli sono state raccontate in tempi diversi. “A Mosca mi hanno parlato di un uomo che portava latte durante la guerra tra URSS e Afghanistan, riforniva le baracche militari e ogni giorno faceva avanti e indietro con le sue latte. Nel frattempo cresceva un serpente, lo nutriva con il latte della fattoria, fu salvato dalla morte proprio per essersi fermato a nutrire il serpente perché nella base, mentre lui era assente, tutti erano stati uccisi. La seconda storia affonda le radici nella guerra in Croazia negli anni Novanta e nella biografia di una ragazza bellissima cresciuta a Craina (Serbia) che, dopo essere stata a scuola a Roma all’inizio della guerra era tornata ed era diventata diventata una spia, intercettava le comunicazioni tra gli alleati nato ma era così bella che aveva fatto innamorare un generale inglese follemente che aveva ucciso la moglie pur di stare con lei che invece era finita per tanti anni in un centro profughi. La più drammatica infine é quella di un uomo che ha sacrificato migliaia di pecore per riuscire a passare attraverso un terreno minato”.
L’incontro con la stampa é anche l’occasione per affrontare altri temi: Cannes, il cinema italiano, le elezioni francesi. Sul festival, che inaugurerà tra pochi giorni in qualità di madrina Monica Bellucci rivela: “Ho detto di sì per la seconda volta, perché é un festival senza il quale il mio percorso cinematografico non sarebbe stato possibile, uno dei festival più importanti del mondo. Ci sono andata con Irreversible e Le meraviglie, due film intimi che hanno avuto una vita proprio perché sono passati a Cannes”. Al festival sarà anche per l’attesissima serie Twin Peaks di David Lynch, ma su questo ha la bocca cucita: “Non posso dire nulla, soltanto che sono nel cast”.
Il mio rapporto con l’Italia e con il cinema italiano? “É un grande rapporto d’amore, le mie due figlie sono nate qui. Roma é casa per me anche se sono umbra. Quando sono all’estero mi chiedono: Cosa succede al cinema italiano? É chiaro che il problema é politico ed economico perché il talento c’é: abbiamo Paolo Sorrentino, Alice Rohrwacher, Maria Sole Tognazzi e Matteo Garrone. Ma facciamo pochi primi film e di conseguenza é difficile trovare nuovi talenti. Il nostro é un problema di produzione, il problema riguarda tutta l’arte in genere, occorre investire più soldi alla cultura”.
Sulle elezioni francesi spiega: “Io non voto in Francia, là sono straniera. Mi sento italianissima, la Francia certo é una della mie basi. Uno psicologo un giorno mi spiegherà questa mia identità composita, ma io mi sento italiana e cittadina del mondo. I francesi sono un popolo coraggioso con tutto quello che successo, con le prove difficili che hanno dovuto sopportare ,continuano a vivere normalmente, ad andare nei cinema, ristoranti e teatri. È come se dicessero: Non abbiamo paura e non siamo disposti a cedere all’odio. Avevano bisogno di un grande cambiamento e Macron per loro rappresenta questo cambiamento”.

di Chiara Ugolini, La Repubblica

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