VI SPIEGO L’INSUCCESSO ITALIANO DI NETFLIX

netflix(Tiziano Rapanà) E’ molto semplice. Basta guardare le due prime serate di ieri, ossia Rimbocchiamoci le maniche di Canale 5 e l’ormai inossidabile Un medico in famiglia, made in Rai 1, per capire che Netflix non ha capito nulla del popolo italiano (e oso scrivere “e non”, sicchè anche in Francia – dove il colosso americano le ha propinato la terrificante Marseille con Gérard Depardieu –, non riscuote un buon favore del pubblico; almeno stando al numero degli abbonati, mentre il resto e dunque il gradimento e quant’altro, in verità lo ignoro). E’ pur vero che l’Italia è la patria del buon Gomorra (film e serie), ma è anche vero che gli italiani sono affezionati a don Matteo e non a don Pietro Savastano. E quindi ad un modo di vedere la televisione come un mezzo di narrazione semplice, interclassista e positiva, che regala un elementare intrattenimento oltre che una legittima evasione alle brutture del quotidiano, pieno di vessazioni e povertà. Tutto il contrario di buona parte delle produzioni Netfilx, tra cui Stranger Things, Sense 8 e simili, che sono delle angoscianti amplificazioni della realtà (seppure letta in un’ottica meramente patafisica) triste dei nostri giorni, che assilla e tormenta il povero individuo. Capisco le lecite ambizioni degli autori e produttori, ma è bene specificare che i film si fanno al cinema e non in tv. E dunque è il caso di cominciare ad “abbassare il livello” della narrazione e pertanto lasciare in pace lo spettatore, il quale è costretto a vedere delle situazioni audiovisive decisamente presuntuose, oltre che impegnative. Se Netflix vuole puntare al successo nel nostro Paese, deve innanzitutto guardare alla narrazione popolare italiana e dunque imitarla e successivamente migliorarla, tentando infine di adattarla ai propri standard produttivi.

P.S. Per contatti e quant’altro, tizianodecoder@gmail.com

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