UN’INEDITA CRISTINA ‘SCIANEL’ DONADIO IN ‘AEFFETTO DOMINO’, DAL 16 MARZO IN SALA

aeffetto_domino Cristina Donadio e Fabio MassaDopo la presentazione in anteprima al festival del Cinema Internazionale Capri-Hollywood nel dicembre scorso, dal 16 marzo 2017 Ismaele Film porta nelle sale italiane il film ‘Aeffetto Domino’, opera seconda del partenopeo Fabio Massa, apprezzato regista di corti premiati in tutto il mondo, qui nelle vesti anche di protagonista e sceneggiatore della pellicola. Intorno a Massa, un coro di attori straordinari, a partire da un’intensa Cristina Donadio, nei panni inediti dell’amorevole madre del protagonista, dopo l’exploit nel ruolo della spietata boss Scianel nella seconda stagione di ‘Gomorra – La serie’. Accanto a loro, Pietro De Silva (La vita è bella, L’ora di religione, Anche libero va bene), Salvatore Cantalupo (lanciato da Gomorra di Matteo Garrone), Mohamed Zouaoui (vincitore del Globo d’oro come rivelazione nel 2011 per I fiori di Kirkuk), Ivan Bacchi (uno dei volti del cinema di Ferzan Ozpetek) e Martina Liberti (Mozzarella Stories, Un Posto al sole).
“Non è importante trovare la persona giusta ma innamorarsi”: questa battuta recitata da Cristina Donadio rappresenta forse il fulcro del film. ‘Aeffetto Domino’ è infatti una intensa parabola esistenziale girata tra Italia ed Africa, prodotta da Goccia Film e Pragma. Nel film Massa presta il volto a Lorenzo, un trentenne che lavora in un’associazione che si occupa di insegnare ai bambini disagiati. Tra questi c’è il piccolo Kalid, che presto gli trasmette l’amore per il ‘continente nero’. Quando si presenta l’occasione di andare a lavorare proprio in Africa, Lorenzo non se la lascia sfuggire. Nel momento più bello della sua nuova esperienza, deve fare ritorno in Italia per ricevere una brutta notizia: un melanoma in fase avanzata innesca un effetto domino sulla sua vita: il rapporto con la famiglia, l’amore, l’amicizia, le scelte.
Aeffetto Domino è un lavoro a cui sono molto legato – spiega l’autore Fabio Massa – mi ha fatto crescere tanto come persona e come professionista: è il mio secondo lungometraggio da regista e dodicesimo da attore, girato in Italia (Campania e Puglia) e in Africa (Egitto e Senegal). Mi sono messo alla prova sia fisicamente, perdendo 12 chili per girare la seconda fase del film, sia come studio del personaggio, avendo avuto a che fare da vicino con malati di melanoma, cercando di coglierne ogni singolo respiro, ogni movenza, ogni difficoltà”.
“Da autore – continua – è probabilmente quello che rispecchia maggiormente il mio modo di esprimermi in immagine. Dopo tanti corti apprezzati in tutto il mondo sentivo l’esigenza di raccontare un tema sociale a modo mio. Ci tenevo a raccontare il momento della vita in cui tutto può cambiare. Ci tengo a sottolineare che non è una pellicola sulla malattia, voglio raccontare un cambiamento, un nuovo stadio della vita con tutto ciò che ne deriva. Mi piace definirlo un lavoro sui sentimenti, sull’amore”.

AdnKronos

Torna in alto