Sanremo. Per Rai è tutto (quasi) regolare: “Il brano di Meta e Moro resta in gara”

I super favoriti se la sono vista brutta, ma per la Rai è tutto regolare (anche se a quanto parte ci sono ancora altri accertamenti da fare). Ermal Meta (nella foto) e Fabrizio Moro, accusati di aver infranto le regole, sono salvi e restano in gara, almeno per ora. È infatti previsto dal regolamento che un autore possa riutilizzare un brano già realizzato per un totale non superiore al 30 per cento.

Il caso ero scoppiato perché il ritornello della loro Non mi avete fatto niente è davvero molto simile a Silenzio, brano presentato alle selezioni di Sanremo Giovani nel 2016 e interpretato da Ambra Calvani e Gabriele De Pascali. Il motivo di tanta somiglianza è che l’autore è lo stesso: ovvero Andrea Febo, che aveva già dichiarato la rielaborazione del brano. I punti in comune tra i due pezzi comunque sono molti, sia nella melodia che nel testo. Il fatto che la canzone sia stata scritta in parte dalla stessa mano esclude il plagio, ma è proprio sulle parole “inedito” e “inascoltato” che restano i dubbi. Anche perché il pezzo era stato pubblicamente interpretato più di una volta.

La versione del 2016, che era sul sito della Rai ma poi la pagina è diventata irraggiungibile (spiegano che la richiesta del legale di Febo di toglierla era già stata fatta in precedenza), diceva così: «Non mi avete tolto niente, non avete avuto niente. Questa è la mia vita che va avanti oltre tutto ed oltre la gente. Non mi avete tolto niente, non mi avete fatto niente perché tutto va oltre le vostre inutili guerre». Queste, invece, le parole della traccia in gara: «Non mi avete fatto niente. Non mi avete tolto niente. Questa è la mia vita che va avanti. Oltre tutto, oltre la gente. Non mi avete fatto niente. Non avete avuto niente. Perché tutto va oltre le vostre inutili guerre».

Non ci sono dunque gli estremi per una squalifica dei due cantanti. Nel regolamento della gara si dice chiaramente che i brani devono essere inediti. «Viene considerata nuova la canzone che, nell’insieme della sua composizione o nella sola parte musicale o nel solo testo letterario (fatte salve per quest’ultimo eventuali iniziative editoriali debitamente autorizzate), non sia già stata pubblicata e/o fruita, anche se a scopo gratuito, da un pubblico presente o lontano, o eseguita o interpretata dal vivo alla presenza di pubblico presente o lontano», ma viene anche sottolineato che «è prevista la possibilità di campionare o usare stralci di altri autori, per un totale non superiore al 30%. Quindi la canzone ha i requisiti di un brano nuovo a tutti gli effetti».

Negli ultimi giorni Gabriele De Pascali non si è espresso in alcun modo, mentre Ambra Calvani ha sostenuto su Twitter più volte Meta e Moro. Ora la Rai dovrà decidere come affrontare il caso ormai scoppiato.

Alice Castagneri, La Stampa

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