EI TOWERS CONFERMA L’OPA RAI WAY

mediaset-premium(di Andrea Secchi, site Italia Oggi) Per ora EI Towers aspetta. Solo quando Rai Way e il suo azionista Rai si pronunceranno sul merito dell’offerta di acquisto e scambio e sulle sue condizioni economiche, dirà se è sua intenzione modificare le condizioni, ossia dire se si accontenta di una quota inferiore al 51% della società delle torri di Viale Mazzini, visto che la volontà del governo è di mantenerne il controllo in mani pubbliche.

In un testo di 10 pagine reso pubblico in serata, la controllata di Mediaset EI Towers ha risposto ieri alle domande della commissione industria del senato presieduta da Massimo Mucchetti (Pd), ricordando in primo luogo le logiche alla base dell’integrazione, tra le quali quelle di raggiungere «efficienza, profittabilità e semplificazione operativa» e di creare un «campione nazionale» che non vada in mani straniere.
«Eventuali modifiche alle condizioni dell’offerta», si legge in merito alla questione del 51%, «dovrebbero comunque mantenere inalterata la valenza industriale e i ritorni finanziari del progetto. Allo stato attuale è quindi del tutto prematuro ogni giudizio su eventuali modifiche relative a singole condizioni, avulse rispetto al quadro complessivo, e in assenza di valutazioni compiute sul merito industriale del progetto e sulle condizioni economiche dell’offerta da parte di Rai Way e del suo azionista». L’invito sotteso, insomma, sembra proprio quello a parlare seriamente dell’opas per trovare una soluzione condivisa, sebbene formalmente non si muova una virgola. Tant’è che nel pomeriggio era stata diffusa un’altra nota in cui Ei Towers diceva che l’offerta si manteneva sulle condizioni iniziali, ossia la totalità delle azioni con un minimo del 66,67%.
Nel prosieguo del documento, Ei Towers ha spiegato la propria indipendenza da Mediaset che ha il 40% delle azioni e la trasparenza dell’offerta verso i network operator che se ne servono (Persidera, H3G, la società di Telecapri e quelle di DFree ed Europa 7), garantita quest’ultima anche dai vincoli antitrust. Nessuna stima dei risparmi gestionali da un’integrazione (comunque non ci saranno «rigide efficienze» sui dipendenti), mentre il debito della società integrata dovrebbe aumentare temporaneamente dell’esborso totale dell’operazione rispetto alla somma dei 230 milioni attuali di EI Towers e ai 150 milioni di Rai Way.
In mattinata l’a.d. di EI Towers Guido Barbieri si era presentato davanti alla Consob e all’uscita ha parlato di un faccia a faccia «molto sereno e costruttivo» glissando poi su quanto si è detto in commissione a riguardo della possibilità di abbassare la soglia dell’opas dal 66,67 al 49%.
Sull’altro fronte, quello della società Rai, sempre ieri c’è stata l’audizione informale, questa volta dal vivo, davanti alla commissione industria del senato. Rai Way «non è contendibile, è diventata preda e bersaglio di un’opas non sollecitata», ha spiegato il presidente della società, Camillo Rossotto.
Ancora una volta, però, è emersa la logica di un’operazione che unisca le torri di Mediaset e quelle della Rai (ed eventualmente anche quelle di Telecom Italia). Lo stesso Rossotto, chiarendo che non può commentare operazioni che comportino la modifica del perimetro di Rai Way, ha spiegato che in tempi non sospetti aveva parlato «della razionalizzazione di un polo infrastrutturale unico, facendo riferimento a quanto succede in Paesi razionali come la Francia, dove esiste un operatore indipendente in grado di ottimizzare gli investimenti».
Dal canto suo, Mucchetti sul suo blog ha scritto che «avere un’unica infrastruttura di trasmissione del segnale televisivo costituisce un obiettivo ragionevole, in linea con l’Europa. La soluzione potrebbe essere quella di integrare le due imprese e far uscire i due broadcaster, che così facendo ricaverebbero anche «un ottimo incasso». L’apertura verso una soluzione che metta insieme gli interessi degli uni e degli altri, insomma, si sta facendo sentire anche a sinistra.
Ei Towers e Rai Way hanno proseguito la loro ascesa, mettendo a segno un rialzo rispettivamente del 2,81% e del 3,02% e così anche Mediaset, cresciuta del +2,2%

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