I primi sessant’anni di Fabrizio Frizzi

Dalla tv dei ragazzi ai successi del sabato sera tra Partita del cuore, Telethon, Miss Italia e L’Eredità, è uno dei volti più amati della tv. Dopo il malore dello scorso ottobre, questo è un compleanno speciale: “Sto combattendo, non è ancora finita”

Dalla tv dei ragazzi, i capelli da Napo orso capo e gli occhiali con la montatura da secchione, ai successi del sabato sera, Fabrizio Frizzi è uno dei volti più amati della tv. Il 5 febbraio compie 60 anni e dopo il malore che lo ha colpito a ottobre negli studi dell’Eredità, il ricovero e una serie di terapie che continua a seguire, questo compleanno assume un significato speciale: “Sto combattendo, non è ancora finita. Ogni tanto, com’è normale, qualche momento di sconforto può esserci, ma l’affetto della famiglia, del pubblico e degli amici è una luce che illumina tutto. La vita è meravigliosa”. Dal 15 dicembre è tornato al timone del quiz di Rai1, a dargli la forza le donne della sua vita: la figlia Stella (“una missione per cui vivere”), la moglie Carlotta Mantovan, e il pubblico che ha sempre tifato per lui. Carlo Conti, che lo chiama con affetto “il mio fratellone”, spiega come il pubblico abbia capito subito chi è Frizzi “una persona speciale, perbene come poche”.

L’aria da ragazzo beneducato, il garbo (“Sono della scuola che se entri in casa d’altri lo devi fare in punta di piedi”), lo hanno contraddistinto fin dal debutto. “Sono sempre stato innamorato della musica” spiegava “ho iniziato con la radio, e passo dopo passo sono arrivato in tv”. Il fratello Fabio è musicista e autore di colonne sonore, lui ha sempre avuto la passione del canto e ha conquistato i più giovani mettendosi in gioco come concorrente di Tale e quale show convinto da Carlo Conti, di cui è grande amico. Trasformazioni incredibili, da Piero Pelù, leader dei Litfiba, più vero dell’originale, a Enrico Ruggeri a Sordi e Cutugno.

Una gavetta che lo ha portato a diventare uno dei volti più popolari, Corrado come modello, con la consacrazione sul numero 2778 di Topolino. Il 18 febbraio 2009 è stata pubblicata la storia I Bassotti e gli insoliti ignoti, dove i furfanti partecipano al quiz Soliti ignoti – Identità nascoste condotto da Paprizio Sfrizzi, ovvero Frizzi versione topoliniana. Tra i suoi mille impegni, è stato anche doppiatore dei film d’animazione Toy Story e di Cars, esperienza che ha amato “perché mi ha avvicinato ai bambini”. Oggi le priorità, dopo la paura e il ricovero, sono la famiglia e la salute. “Combatto. Se guarirò racconterò tutto nei dettagli, perché diventerò testimone della ricerca” racconta. “Ora è la ricerca che mi sta aiutando. Colgo di nuovo l’occasione per ringraziare i medici che mi hanno curato e quelli che continuano a seguirmi”.

Mai sopra le righe, sorridente, rispettoso di chi ha davanti, confessa che a volte resta basito dalle risposte dei concorrenti del quiz, ma non giudica, mai messo in difficoltà nessuno. In fondo è il primo a divertirsi, non ha perso la curiosità. Stile da gentiluomo in tv e nella vita privata: è stato sposato in prime nozze con Rita Dalla Chiesa, di cui parla con affetto. “E’ una persona cui devo molto” confessa su Oggi. “Essendo più grande di me di dieci anni, mi ha costretto a non bighellonare troppo, a crescere e a prendermi le mie responsabilità. Anche noi abbiamo avuto i nostri momenti difficili, ma siamo stati bravi a lasciarceli alle spalle”. Rapporti ottimi al punto da condurre insieme, qualche anno fa, La posta del cuore. Non ha mai sgomitato, non ha mai recriminato quando la Rai , nonostante i successi non gli offriva programmi di primo piano, ha fatto il suo percorso a testa bassa, lavorando. “Non mi arrabbio più” sorrideva, “non vale la pena”.

Dalla tv dei ragazzi – l’esordio con Il barattolo nel 1980, poi Tandem e Pane e marmellata – a Scommettiamo che a Europa Europa, al preserale Luna park alla maratona benefica Telethon, fino a Miss Italia (che ha condotto per quindici anni) e I soliti ignoti, senza dimenticare le fiction di successo e l’esperienza all’Arena di Verona nella Vedova Allegra con Cecilia Gasdia e Luca Canonici, guest star Andrea Bocelli. Quando l’ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, l’ha nominato commendatore, nel 2015, non si è fatto pubblicità. “Non l’ho detto a nessuno perché sono una persona schiva e non sento il bisogno di dare visibilità a queste cose. Conoscevo I senss perché sotto la sua presidenza ho condotto nove volte la cerimonia ufficiale per l’inizio dell’anno scolastico. Fuori dal protocollo istituzionale è sempre stato cordiale e affettuoso, ma sia chiaro, proprio non mi aspettavo d’essere nominato commendatore”.

In prima fila se si tratta di solidarietà, ha condotto per anni La partita del cuore. Raccontò pubblicamente di aver donato il midollo, invitando gli italiani a seguire il suo esempio: “All’epoca il mio midollo risultò compatibile con quello di una bimba le cui condizioni erano preoccupanti. Ricordo di essere uscito dall’ospedale e di aver subito condotto la Partita del cuore di quell’anno. Sei anni dopo, la più bella sorpresa della mia vita. Ero ancora al timone della Partita del cuore, stava finendo la diretta e già scorrevano i titoli di coda, quando una ragazzina mi corse incontro per abbracciarmi. Capii subito che si trattava di Valeria, la bimba alla quale avevo donato il midollo e che era venuta a salutarmi dicendomi di essere la mia sorellina”.

L’unico programma che manca nella sua lunga carriera  è il Festival di Sanremo: potrebbe andare come ospite di Baglioni? “Ci andrei anche a piedi, sono oltre che amico di Claudio un appassionato della sua musica. Ma non è il momento adatto, non me la sentirei di stancarmi eccessivamente. All’Eredità sono in una comfort zone per qualsiasi emergenza. Tornerò a partecipare ad altri impegni quando mi sentirò più in forma”.

Silvia Fumarola, Repubblica.it

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