“Voi iniziate a far andare avanti la vostra città, che è indecorosa, in certi punti abbandonata. Se si esce dalla piazza centrale della stazione uno trova immondizia in tutti i vicoli”. Giletti ha proseguito: “I cittadini napoletani, che sono per la maggior parte onesti, subiscono da troppo tempo una politica molto scarsa. Non spetta a me fare il politico. Si faccia un giro intorno alla Stazione Centrale e veda il degrado. Prenda un treno della metropolitana e chieda ai pendolari”. Al centro del dibattito, i biglietti per lo stadio San Paolo che finiscono gratis nelle mani dei consiglieri del Comune. L’avvocato Antonio Crocetta accusa il conduttore di non dare spazio ai problemi del Sud Italia: “La Rai non vuole parlare del Meridione. Lei sta facendo campagna elettorale e il governo è assente su Napoli”. Giletti replica: “Lei non dia regole alla Rai, che ha fatto un grande lavoro andando a raccontare con film e fiction i problemi della camorra”. Gli insulti alla “Napoli indecorosa” hanno immediatamente scatenato la bufera sui social network. Su Twitter: “Giletti sempre pronto a infangare Napoli addirittura con Salvini presente – scrive un follower – la vera “emergenza rifiuti” è nello studio della Rai”. E ancora si legge: “E io dovrei pagare il canone per sentire Giletti infangare Napoli? La vera emergenza rifiuti è alla Rai”.
Un semplice commento: a causa della sua ruvidità intellettuale, Giletti non è al primo infortunio, quando si occupa di argomenti complessi. Non riesce, ogni volta, a collocare un problema nel contesto della realtà: Napoli ha certamente problemi di immondizia, ma non più gravi di quelli sofferti da tante altre città, a cominciare da Roma, dove Giletti vive. Perché offendere Napoli e i napoletani? Perché non ricordare (l’ho scritto anch’io, qui, varie volte) che la stazione Centrale di Napoli è un modello di pulizia e di efficienza? Il conduttore populista si appella a chi prende una metropolitana e ai pendolari: gli sfugge che a Roma e perfino a Milano i disagi e le testimonianze dei pendolari sarebbero identici e anche più allarmanti.
Mi auguro un intervento della “nuova” Rai, una esemplare tirata d’orecchie per ricordare un dovere di sobrietà e serietà a chi rappresenta l’azienda pubblica.